Povertà: dalla crisi si esce insieme. In aumento i volontari nell’ultimo anno, ritardo delle istituzioni

Marco Impagliazzo: ''Troppa burocrazia frena la solidarietà. Preoccupante crescita della domanda di aiuti alimentari''. In oltre 40 mila in Italia ai pranzi di Natale con i poveri, 200 mila nel mondo

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Presentando questa mattina in conferenza stampa la 27° edizione della Guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, ribattezzata la “Guida Michelin dei poveri”, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha commentato i dati che riguardano la povertà a Roma e in Italia. “Si risente ancora – ha affermato - l’onda lunga della crisi, soprattutto nelle famiglie più numerose, dai tre figli in su. Il piano nazionale di lotta alla povertà, avviato dal governo Renzi, prevede alcune prime misure importanti, ma si dovrebbe considerare la possibilità di alzare la soglia di reddito che era stata individuata perché risulta troppo bassa: occorre aiutare in particolare le fasce più deboli della popolazione e i minori”.
“I più interessati, a Roma, dal fenomeno della povertà assoluta – ha precisato - sono i Rom. La realtà dei campi in cui vivono resta quella di sempre e non è stata affrontata. Si registra però, da parte di alcune famiglie, la volontà positiva di uscire da questa condizione”.
“Non ci sono scorciatoie, ha insistito Impagliazzo. E ha lanciato: “Dalla crisi si esce solo insieme. Come fa chi non ha casa? Ci sono a Roma 26 mila domande di alloggi popolari inevase mentre l’offerta molto più bassa. E gli affitti sono troppo elevati, ormai anche in periferia, per rispondere in un altro modo a questi bisogni. Abbiamo infatti rilevato che spesso si diventa senza fissa dimora proprio per questi due motivi: la carenza di case popolari e gli affitti troppo alti. Ma anche è da sottolineare il sovraffollamento di alcune abitazioni, fenomeno legato sempre alla povertà”.
“E’ inoltre sempre più difficile uscire dalla povertà per la fascia di età tra i 40 e i 60 anni, a partire da chi ha perso il lavoro. Occorre – ha chiesto il presidente di Sant’Egidio - prevedere contributi economici di maggior peso per i minori e le categorie più deboli con un’attenzione particolare al fenomeno dei “neet” (giovani inattivi) che in Italia riguarda ben 2 milioni e mezzo di persone. Dalla crisi si esce insieme anche perché – ha aggiunto -, alla luce della realtà, appare del tutto fuori luogo una lotta fra le generazioni, giovani contro anziani. I dati dimostrano infatti che la tenuta delle famiglie è più assicurata quando è presente un pensionato (rischio povertà del 16,5% contro il 22% senza questa presenza nel nucleo familiare)”.

Dalla guida “Dove, mangiare, dormire, lavarsi” escono alcuni dati positivi che aiutano a contrastare troppe paure e troppi allarmi lanciati negli ultimi tempi a livello politico e che fanno del male – ha osservato Impagliazzo – “soprattutto a quelle reti di protezione sociale ancora esistenti e che vanno, invece, rafforzate”. Si registra infatti una crescita della solidarietà, legata anche al Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco: c’è stato, nell’ultimo anno, un aumento significativo di volontari. Solo a Roma si registra l’apertura di servizi in più per chi ha bisogno: 9 mense per i poveri, 5 servizi docce, 8 centri contro il gioco d’azzardo e 11 scuole di italiano per stranieri che si aggiungo all’esistente. Una cifra che impressiona per il suo impatto è quella dei 2.700 volontari di diverse associazioni che settimanalmente, a turno, coprono la visita ai senza dimora romani nell’arco della settimana”.

“A fronte di questo impegno – ha continuato Impagliazzo - non si registra invece un miglioramento per i posti letto messi a disposizione dalle istituzioni. Il primo bando del Comune, uscito per il piano freddo, era troppo esigente, tanto che solo poche associazioni hanno risposto. Ora è stato presentato un nuovo bando e speriamo che le cose migliorino perché siamo in forte ritardo. Il problema è che l’eccessivo carico di burocrazia spesso non aiuta. Non si possono applicare le regole con freddezza e distacco dalla realtà, come è successo anche con la chiusura di alcuni centri di culto musulmani a Roma, là dove invece erano collocati in un contesto di coabitazione e, oltretutto, favorivano anche i controlli e la sicurezza. Proprio perché viviamo in un tempo che vede crescere gli estremismi e la strumentalizzazione della religione occorre favorire ovunque gesti, esempi e pratiche di convivenza. I pranzi di Natale che faremo, come Sant’Egidio, in 43 carceri italiane, hanno questo valore: allargare la reciproca comprensione e migliorare le condizioni di vita in un ambiente in cui può esserci un terreno fertile per lo sviluppo del radicalismo estremista. I pranzi di Natale con i poveri prevedono quest’anno la partecipazione di oltre 15 mila persone a Roma in 50 luoghi diversi. Oltre 40 mila saranno invece i partecipanti in Italia, in un centinaio di città, e 200 mila nel mondo.
Dai “numeri della solidarietà” registrati nei centri della Comunità nel 2016 colpisce soprattutto l’aumento dei pacchi alimentari distribuiti, passati dai 32 mila di un anno fa a 40 mila mentre non c’è stata una crescita del fabbisogno di vestiti. Significa che in quei 4 milioni e mezzo di italiani sotto la soglia della povertà si è già aperto drammaticamente il capitolo del bisogno primario, quello del cibo.

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