Confronto aperto e concordante, al Convegno di Sant’Egidio sulla Primavera Araba, tra i Fratelli musulmani egiziani e i loro connazionali copti cristiani. Abdul Rahman al-Barr, una delle personalità più significative dell’organizzazione islamista, ha affermato che “Dio ha creato il pluralismo e la diversità, dunque la presenza dell’altro è necessaria. Lo stesso Corano indica come irrazionale ogni forma di discriminazione”. Ricordando i giorni della rivoluzione ha detto che “piazza Tahrir ha visto una piena condivisione di ideali e di intenti, di cibo e di preghiera. Mai si è sentito uno slogan discriminatorio o diffamante nei confronti dell’altro. Era piuttosto – ha concluso – la politica scaltra del vecchio regime a cercare di dividere e di contrapporre”.
Alle parole di al- Barr ha fatto eco la voce di Sameh Fawzy, copto ortodosso, del Forum di dialogo “Bibliotheca Alexandrina”: “E’vero – ha detto – a piazza Tahrir ci siamo sollevati insieme contro un regime sanguinario. Ma non basta spodestare un regime per riappacificare nel profondo la società egiziana. Oggi servono, Stato di diritto, pluralismo politico e una cultura basata sulla tolleranza. Ma, “all’egiziana”. Siamo stanchi di influenze esterne”.
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PRIMAVERA SI O NO?
IL GUSTO DEL DIBATTITO ANIMA IL MONDO ARABO
“La vera primavera araba non è apparsa ancora” – ha ammonito il tunisino M’hamed Krichen, volto noto dell’emittente Al Jazeera al convegno di Sant’Egidio sui grandi eventi che stanno cambiando il Medio Oriente. “C’è una scommessa ancora da vincere, quella che l’islamismo ideologico non prevalga sul desiderio di buon governo, per il quale tanta gente si è battuta in questi mesi. Il dibattito – ha proseguito il giornalista – sembra ancora troppo concentrato su temi come chi può essere definito o no un vero credente, o sull’abbigliamento femminile. I veri problemi del paese sono altri. Tuttavia una grande varietà di posizioni si confronta per la prima volta. Dobbiamo essere prudenti, ma anche ottimisti”.
Analogamente si è espresso Tarek Mitri, eminente personalità politica libanese, più volte ministro: “E’ iniziata la primavera nel mondo arabo? Si, ma attenti; a Praga non è durata”. Anche per l’ex ministro libanese, tuttavia, quello che sta avvenendo oggi “può essere davvero la fine dell’eccezione araba”.
Mario Giro, responsabile delle relazioni internazionali della Comunità di Sant’Egidio, organizzatrice dell’evento, ha sintetizzato: “La primavera è una stagione contraddittoria: molti temporali, ma anche una straordinaria fioritura”. |