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21 Giugno 2012 | ROMA, ITALIA

"I diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo devono essere rispettati"

L'omelia del card. Vegliò e alcuni racconti alla veglia di preghiera per le vittime dei viaggi verso l'Europa

Morire di Speranza. Veglia di preghiera  
 
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Morire di Speranza, l'omelia del Card. Vegliò"Cari fratelli e sorelle, 

Martedì scorso si è verificata un'ennesima tragedia nel Canale d'Otranto. Sette persone hanno perso la vita a bordo di un barcone che si è rovesciato a sole 6 miglia da Santa Maria di Leuca. Questo dramma deve farci riflettere su ciò che sta accadendo inton10 a noi. Perché queste persone lasciano il proprio Paese? Questi nostri fratelli arrivano portando con sé il sogno di un nuovo inizio.

 
Via mare approdano nello Yen1en, in Australia, in Italia e a Malta, altri attraversano in caJnion il deserto del Sahara fino al nord o a piedi il deserto dal Messico fino agli Stati Uniti; altri ancora attraversano fiumi per passare dallo Zimbabwe in Sud Africa o partono dall'Afghanistan passando per la Turchia fino in Grecia. Sono persone che cercano disperatamente di raggiungere un altro Paese perché fuggono dalle persecuzioni, dalle violazioni dei diritti umani, dalla guerra civile o semplicemente perché sono in cerca di migliori opportunità economiche per
sostenere le loro famiglie.
 
Purtroppo, durante tali rischiosi viaggi, spesso cadono vittime dei contrabbandieri di persone che li derubano e violentano le donne. Molte volte,  questi criminali li lasciano soli, a bordo di vere e proprie carrette del mare,
sovraffollate e guidate da persone inesperte di navigazione. Succede anche che vengano gettati in mare, nonostante non sappiano nuotare. Solo lo scorso anno,  circa 2.000 persone hanno perso la vita durante la traversata del Mar Mediterraneo e i confini europei sono diventati vetrine di tragedie umane.
 
Morire di SperanzaUno di questi viaggi, conclusosi in un disastro, è stato ben documentato. Si trattava di un piccolo gommone partito da Tripoli, il 25 marzo 2011, con 72  persone a bordo, di cui 50 uomini, 20 donne e 2 neonati. Quindici giorni dopo, è stato costretto a tornare sulle coste della Libia con solo nove sopravvissuti.
 
Avrebbero potuto essere portati in salvo tutti .... se solo i testilnoni di questa  triste circostanza avessero rispettato i propri obblighi. Invero, il mondo è rimasto a guardare.
 
Ripercorriamo i fatti: dopo un giorno e mezzo dall'inizio di quel viaggio, un sacerdote in Italia fu avvertito con un telefono satellitare del dramma in corso. Immediatamente, egli informò la Guardia Costiera italiana che rintracciò la
posizione dell'imbarcazione e allertò le navi della zona affinché avvistassero il gommone. Entro poche ore, un elicottero nlilitare si avvicinò alla barca e una volta riforniti i passeggeri di acqua e biscotti, fece segno che sarebbe tornato. Ma non fu così. L' inlbarcazione incontrò ahneno due navi da pesca, nessuna delle quali prestò soccorso. Il gommone andò alla deriva per molti giorni, senza acqua né cibo, mentre la gente iniziava a lnorire. Al decimo giorno di viaggio, quando già la lnetà dei passeggeri erano morti, una portaerei o una
portaelicotteri di grandi dimensioni si avvicinò. l sopravvissuti ricordano i marinai a bordo che li guardavano con i binocoli e scattavano foto. Nonostante l'evidente stato di emergenza umanitaria, la nave militare si allontanò. Cinque giorni dopo, il piccolo gommone ritornò in Libia.
 
Morire di speranza, veglia di preghiera a Santa Maria in TrastevereStorie simili accadono nei viaggi di attraversamento per raggiungere un altro Paese. Molti governi hanno risposto all'arrivo dei rifugiati e dei richiedenti asilo con politiche restrittive, abbassando gli standard umanitari allo scopo di rendere più difficile l'ingresso. Concretalnente, ciò si traduce in un'accoglienza  organizzata nei calnpi o negli ostelli, invece che in un aiuto a una vita indipendente e di lavoro, a requisiti per i visti, a responsabilizzare le compagnie aeree e a compilare una lista di Paesi "sicuri ". Il provvedimento di respingimento talvolta è giustificato come strategia per combattere l'immigrazione irregolare. In realtà, tale nlisura blocca l'ingresso nel Paese ai
richiedenti asilo. Attualmente, senza visto, è quasi impossibile arrivare in aereo in un Paese europeo e chiedere asilo. Di conseguenza, i rifugiati sono costretti ad affidarsi ai contrabbandieri di persone.
 
Inoltre, poco si fa per diminuire il nunlero dei richiedenti asilo e per ridurne la detenzione nonostante le nonne vigenti sui diritti unlani. Tutto ciò appartiene a una politica di deterrenza. In effetti, si affronta come problema la presenza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, invece di considerare le cause per cui fuggono dal proprio Paese. Ciò va di pari passo con una sempre maggiore chiusura da parte dell'opinione pubblica, con conseguenti ripercussioni negative sulle politiche in materia di rifugio.
 
Di conseguenza, nei Paesi in via di sviluppo, dove si concentra la maggior parte dei rifugiati, queste politiche hanno come Morire di speranza, veglia di preghiera a Santa Maria in Trastevererisultato un calo di ospitalità e una minore volontà politica di ricevere rifugiati per lunghi periodi di tempo. Ciò colpisce gravelnente tre soluzioni durature, ossia il rimpatrio volontario, il reinserimnento e l'integrazione. I diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo devono essere rispettati. Se hanno il diritto di fuggire per salvarsi la vita, dovrebbe essere riconosciuto loro anche il diritto di accedere al Paese di arrivo. Inoltre, devono essere applicati e ulteriormente estesi gli altri diritti di protezione, così come il diritto di libera circolazione e il diritto al lavoro. I governi hanno la responsabilità di proteggere coloro che fuggono dalla violenza, dalle persecuzioni e dalle discriIninazioni.
 
Nel corso degli anni, gli Stati si sono dati l'obbligo di una più ampia interpretazione del concetto di rifugiato, per permettere di rispondere alle presenti necessità e sfide. Ciò ha anche cambiato il diritto internazionale, che provvede sempre più alla protezione delle persone costrette a fuggire dalle violazioni dei diritti umani e dai conflitti. Tuttavia, l'attuale atteggiamento di molti governi è esattamente contrario a tali decisioni. Quest'anno il Santo Padre, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato di ieri, ha richiamato "l'attenzione della comunità internazionale sulle condizioni di tante persone, speciahnente famiglie, costrette a fuggire dalle proprie terre,  perché lninacciate dai conflitti annati e da gravi fonne di violenza". Il Santo Padre, nell' assicurare la preghiera e la costante sollecitudine della Santa Sede per questi fratelli e sorelle cosÌ provati, ha auspicato che i loro diritti siano sempre rispettati e che essi possano presto ricongiungersi con i propri cari.
 
Morire di speranza, veglia di preghiera a Santa Maria in TrastevereCome possiamo reagire come comunità cristiana? Il Vangelo è un messaggio di confOlio e di speranza. Coloro che soffrono non devono disperarsi mperché il Signore è con loro. Gesù si identifica con quanti soffrono la povertà, la
privazione e l'ingiustizia. San Paolo affernla che "L'amore è l'unica cosa che non può ferire il prossimo, per questo è la risposta a tutti i comandamenti." (Rm 13,9-10). Non sono richiesti particolari sforzi ma qualcosa che è alla portata di tutti e cioè praticare le 'opere di lnisericordia'.
 
La sorpresa più grande per gli apostoli fu di sentire che avrebbero incontrato Gesù prendendosi cura degli altri. Mostrare solidarietà nella carità è espressione delle opere di misericordia. Se vogliamo unirci a Gesù, dobbiamo
cominciare ad unirci a quanti sono al margine della società, per condividere la loro situazione. Come ha detto il Santo Padre Benedetto XVI nel Suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 2009:
"Nell' amore è condensato l'intero messaggio evangelico e gli autentici discepoli di Cristo si riconoscono dal Inutuo loro anlarsi e dalla loro accoglienza verso tutti". Quando ci prendiamo cura di loro, ci prendiamo cura
di noi stessi. Dobbiamo prestare attenzione alle condizioni di vita e ai bisogni  dei richiedenti asilo e dei rifugiati, per rispondere alle loro esigenze. Alla fine, ognuno di noi dovrà rispondere a questa realtà.
 
Solo allora raggiungerelno: un mondo di nazioni con una nuova umanità,  dove non sussiste alcuna differenza tra  ricchi e poveri, alcuna discrÌ1ninazione tra nero, bianco, rosso o giallo,  ma vi è rispetto gli uni per gli altri;
una terra che sia casa per tutti noi e per tutti loro,  con un futuro per tutti loro e per tutti noi.
 
Ma solo se rispondiamo a questa chiamata,  ogni giorno e in ogni nuova situazione, con carità e amore."
 

S.E. ANTONIO MARIA CARD. VEGLIÒ

Presidente del Pontificio Consiglio
della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

 
Morire di speranza, la veglia di preghiera a Santa Maria in TrastevereInsieme ad alcuni dei loro cari, che sono oggi fra noi, facciamo memoria di quanti hanno  perso la vita fuggendo dall' Asia, dal Medio e Estremo Oriente e dal continente Americano:
 
Ali, afgano di 16 anni, trovato morto in un TIR a Venezia il 2 maggio 2012. Con lui ricordiamo anche Shajan Ahmadi di 16 anni e Sadeq di 17 sono morti quest'anno per asfissia mentre viaggiavano verso l'Italia chiusi nel vano laterale dei camion.
 
Insieme a lui ricordiamo:
 
1. 7 persone provenienti da Afghanistan Libia, e Tunisia sono disperse dopo che la loro  piccola imbarcazione è naufragata nel canale d'Otranto il 19 giugno 2012.
2. Rathnam dello Sri Lanka, morto di stenti nel deserto tra la Russia e il Kazakistan nel dicembre del 2000, mentre tentava di raggiungere la Germania
Morire di speranza, veglia di preghiera a Santa Maria in Trastevere3. Rolando, giovane cubano di 23 anni, ritrovato in Spagna il 13 luglio 20 Il, nel  carrello di atterraggio di un aereo proveniente da Cuba.
4. Li, Huang, Xiao, con altri 9 cinesi, annegati nel mare vicino a Ragusa nel marzo  2005.
5. Arif e Myat, con altri l3 connazionali dal Pakistan e Myanmar, morti asfissiati in un  camion proveniente da Istanbul e diretto in Gran Bretagna nel luglio 2008
6. Baj Singh, indiano di 33 anni, schiacciato dalle ruote del camion sotto il quale era  nascosto in Gran Bretagna nel settembre 2008
7. Tawfiq, giovane palestinese morto assiderato nel tentativo di guadare il fiume Evros, al confine tra la Grecia e la Turchia, il 1 gennaio 2012
8. Khair, Mohammad Arif, Latif Isà, sono morti insieme ad altri 30 giovani afgani, per  il naufragio della loro imbarcazione vicino all'isola di Corru mentre si dirigevano  verso l'Italia il 16 gennaio 2011
9. Salim, Rajib e Tayyeb e altre 267 persone, cittadini del Bangladesh, Pakistan, e altri  paesi, annegati per il naufragio dell 'imbarcazione il 2 giugno del 20 Il nel Mediterraneo a 300 Km da Tripoli
10. Hanan, giovane madre di 30 anni, con i due figli Daniel e Ayoub di 8 e 5 anni,  irakeni curdi, ritrovati a seguito di un naufragio a Preveza davanti alle coste della Grecia il 19 maggio 20 Il.
11. Malalai, bambina afgana di 9 anni, insieme a suo nonno Khair e altre 22 persone da Afghanistan, Bangladesh e Nigeria, morte tra il giugno 2011 e il giugno 2012 lungo il confine tra la Turchia e la Grecia.
 
 
Morire di Speranza, la veglia di preghiera a Santa Maria in TrastevereInsieme ai loro cari e allo loro famiglie, facciamo memoria di quanti hanno perso la vita
fuggendo dall' Africa e dall'Europa:
 
Dawit di 26 anni, giovane eritreo, dopo aver tentato per due volte di entrare in Europa, nel maggio del 2010 è giunto davanti l'isola di Lampedusa ed è stato rimandato in Libia. I122 marzo del 20 Il è partito con altri da Tripoli ma non è mai giunto in Italia.

1. Con lui c'erano: Letedran, Hàili, Saba, Semret di 20 anni, Tekie, Tesfit, Solomon, Weldemicheal, Selam, Y onas di 17 anni, Raghwa, Abrha, Trhas, Berhane, Seare Zirai, Eden, Habteab, Frelgi, Tewelde, Guoy e Amlesom morti con altri 313 eritrei ed etiopi
2. Fansu Dambo, ghanese di 30 anni, Godwin, George, Firahwet, con altre 55 persone di nazionalità Nigeriana, Etiopica, Eritrea e Ghanese sono morte di stenti nella loro barca alla deriva per 16 giorni nel Mediterraneo nel mese di aprile 2011
Morire di speranza, veglia di preghiera a Santa Maria in Trastevere3. Alkali del Mali, Insa e Mahmadou del Senegal, J ob della Guinea, Alain e Robert della Costa d'Avorio con altri IO sono morti di sete e di fame durante il tentativo di attraversare il deserto algerino per giungere in Europa il 15 agosto del 2010.
4. Solange, Akite, Mengie, giovani donne congolesi delle quali una incinta, sono morte di stenti nel deserto algerino, nel tentativo di raggiungere il continente europeo attraverso il Marocco il 30 dicembre 20 Il.
5. 46 giovani dal Marocco, partiti il 25 giugno 2011, sono annegati dopo il rovesciamento
della loro imbarcazione vicino alle coste spagnole, a Granada.
6. Artan, Valbona, il piccolo Andi, con altri 13 kosovari annegati nel fiume Tisza, al confine tra la Serbia e l'Ungheria il 15 ottobre 2009
7. Zeinab e Rukia, giovani donne dalla Somalia, trovate morte con altre lO donne, due uomini e un bambino il 15 gennaio 2012 sulla spiaggia libica vicino Misurata. Altre 40 persone partite dalla Libia nella stessa barca sono disperse.
8. Leonie Fuamba, di 38 anni e Cinie, di 28 anni, del Congo, morte il 13 aprile 20 Il nello schianto della barca sugli scogli di Lampedusa, e con loro, ricordiamo altre 5 persone morte nella barca che trasportava 57 profughi il 16 marzo 2012.
9. Mohamed Ali, Walid, di 17 anni, Ibrahim, di 15, e Ahmed, di 16, tunisini, annegati il 26 marzo 2011 davanti alle coste tunisine, e nel tragico episodio del 2 giugno 2011, 140 persone dalla Tunisia, Costa d'Avorio e altri paesi sono annegati a causa del rovesciamento del peschereccio.
10. Madou del Mali, Joseph dell'Eritrea, Diawara e Fosseni del Mali, Toure della Costa d'Avorio morte insieme alle oltre 2700 persone nel 2011, cercando di raggiungere l'Italia.
11. Ricordiamo tutti i 18.315 morti nel tentativo di raggiungere il continente europeo, di molti dei quali è sconosciuto anche il nome. Con loro facciamo memoria di tutti quelli che dall' Africa e dall'Europa hanno perso la
vita per raggiungere l'Occidente. I loro nomi sono noti al Signore.

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