Una domenica di dialogo e preghiera per la pace, che abbatte i pregiudizi. Gli imam romani a Santa Maria in Trastevere.

Domenica 31 luglio, migliaia di musulmani hanno preso parte alle liturgie cristiane. Marco Impagliazzo: così si abbattono i pregiudizi. Un messaggio di pace che rompe tanti muri e ripropone la centralità dello spirito di Assisi

Sono entrati a migliaia nelle chiese cristiane i musulmani italiani, per condividere con la loro presenza alla liturgia domenicale, il rifiuto di ogni violenza di matrice religiosa e del terrorismo. La presenza degli imam delle comunità locali e i loro messaggi, hanno dato una risposta chiara contro l'identificazione tra l'Islam e la violenza terroristica che ne utilizza impropriamente il nome.

A Roma tre imam e una delegazione della comunità islamica hanno assistito alla celebrazione della messa domenicale nella chiesa di Santa Maria in Trastevere.

"Una iniziativa a 'doppio senso di marcia', sia per le comunità islamiche che per le nostre comunità occidentali, che serve ad abbattere i reciproci pregiudizi, di chi descrive i cristiani come infedeli o i musulmani come terroristi" ha commentato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio "Una iniziativa del genere non si improvvisa, al di là del fatto che sia stata sollecitata dall'urgenza del momento. E' il segno di un cammino di unità percorso dalle comunità cristiane e musulmane nelle città, perché siano luoghi di convivenza e di pace, contro l'isolamento che è il terreno di coltura di tante follie. Un cammino lento, come quello di chi pianta un albero per trovare dopo qualche anno l'ombra".

"Si è realizzata la profezia di Papa Giovanni Paolo II che esattamente 30 anni fa volle unire ad Assisi tutte le religioni per la pace. Nello 'spirito di Assisi', di cui la comunità di Sant'Egidio è uno dei più grandi interpreti a livello internazionale, oggi salutiamo una delle manifestazioni più belle nel segno del dialogo e dell'incontro delle religioni per la pace, frutto di un cammino che si sta realizzando non solo a livello di alti esponenti religiosi ma anche di comunità di base locali".