Sant'Egidio fa festa per i 49 anni con il popolo della Comunità

Basilica di San Giovanni affollata di giovani e anziani, senza dimora e profughi venuti con i corridoi umanitari. Marco Impagliazzo: ''Crediamo in una città dove non esiste il noi e il loro, ma dove si può costruire insieme una grande forza di pace'' - Mc 7, 24-30

Basilica di San Giovanni in Laterano affollata questa sera per i 49 anni della Comunità di Sant’Egidio. Un “popolo” di ogni età, proveniente da tutti i quartieri della Capitale, insieme agli amici che lo accompagnano e ad alcuni rappresentanti delle istituzioni, ha partecipato alla celebrazione presieduta da monsignor Giovanni Angelo Becciu.
Durante la sua omelia il Sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari Generali ha insitito sulla vocazione di Sant'Egidio: “La vostra missione è andare in tutte le periferie, dove vi sono conflitti, dove le persone non sono riconosciute nella loro dignità, dove le diversità sono vissute come esclusione e conflitto invece che come arricchimento”. Perché “le periferie tornino ad essere al centro”. Una Comunità che è nata a Roma ma che si è aperta al mondo: “La vostra "romanità" faccia di voi tutti altrettanti collaboratori di Papa Francesco, che dilatano il suo cuore e le sue braccia, giungendo là dove egli non può arrivare fisicamente. Solo così cambierà anche la geopolitica mondiale”. E ha definito “tenace” il lavoro portato avanti da Sant'Egidio, come quello rivolto all'integrazione degli immigrati e dei rifugiati: “Mi permetto di incoraggiarvi a continuare a costruire ponti, legami, perché si affermi una civiltà del vivere insieme, una civiltà dell'amore, anche se non sempre questo è l'orientamento del mondo, soprattutto in questi tempi”.


Rivolgendo un saluto al termine della liturgia, il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, ha affermato: “Crediamo in una città dove non esiste il noi e il loro, ma dove si può costruire insieme una grande forza di pace. Oggi non celebriamo un’istituzione, ma viviamo un momento di festa che non esclude nessuno. Qui è rappresentata tutta Roma, tutte le generazioni: dai bambini agli anziani, romani e romani acquisiti, rappresentanti di tanti paesi, culture e religioni”. “Non è un caso, è una scelta - ha sottolineato Impagliazzo - la nostra vita di ogni giorno, al centro come nella periferia. Questa città, e più in generale la società, ha bisogno del contributo di tutti per crescere bene e realizzare il bisogno che sentiamo più urgente in questo tempo: quello della pace”.
Alla fine della celebrazione, grande festa nel portico del Laterano con al centro quelle periferie umane ed esistenziali che sin dall’inizio fanno parte integrante della Comunità: presenti tanti senza dimora con i quali la Comunità ha una lunga amicizia che ha permesso di trovare alcune soluzioni concrete, i disabili, inseriti in percorsi di inclusione sociale, gli anziani in difficoltà, a cui Sant’Egidio è particolarmente vicino, insieme agli immigrati e ai profughi siriani arrivati dal Libano con i corridoi umanitari. Una festa aperta a tutti gli amici della Comunità e ai rappresentanti delle istituzioni (dal presidente del Senato, Pietro Grasso, al sindaco di Roma, Virginia Raggi), che verrà replicata negli oltre 70 Paesi in cui è presente Sant’Egidio, con oltre 60 mila persone, dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’America Latina.

Omelia di Mons. Giovanni Angelo Becciu al 49° anniversario della Comunità di Sant'Egidio

Saluto di Marco Impagliazzo

VIDEO: Sant'Egidio una presenza nel mondo

VIDEO: Il Popolo di Sant'Egidio