Accoglienza e integrazione: il gesto di San Martino rivive a Treviso

La scorsa domenica, l’11 Novembre, nella chiesa di San Martino Urbano, cuore della Comunità di Sant’Egidio a Treviso, in occasione della festa del Santo, è stata svelata e benedetta un nuova pala a lui dedicata. Si tratta di un ritorno dopo 74 anni di assenza.

Per oltre tre secoli la chiesa di San Martino Urbano era adornata dalla bella pala del grande pittore trevigiano Bartolomeo Orioli, vissuto a cavallo del 1600, fino a quel fatidico 7 Aprile 1944, giorno del bombardamento di Treviso, quando l'opera insieme alla chiesa andò completamente distrutta.

Un altro grande pittore trevigiano di opere sacre, Sergio Favotto, ha realizzato per la Comunità di Sant'Egidio la pala che è stata svelata nella ricorrenza del Santo.

La presenza di tale pala non solo aiuterà la giusta venerazione del santo, ma anche metterà in evidenza il ruolo che, grazie alla presenza della Comunità, questa chiesa sta assumendo in questi anni verso gli ultimi della città. Infatti, proprio a partire dall’immagine del gesto di carità che San Martino ha per l’uomo della strada infreddolito e bisognoso, dalla chiesa escono settimanalmente le coperte che andranno a riscaldare i poveri.

Lo scorso anno, la Comunità di Sant'Egidio ha accolto nell’oratorio i senzatetto rimasti fuori dai dormitori durante il periodo più freddo, quando le temperature a Treviso sono scese di molto sotto lo zero. Inoltre, molti poveri partecipano alle preghiere mensili per la pace e per i malati promosse da Sant’Egidio, che terminano con una cena.

San Martino è anche il luogo della scuola di lingua e cultura italiana per tanti stranieri e profughi.

Il gesto di San Martino che, come raffigurato nella pala, offre parte del suo mantello per riparare il povero dal freddo è sempre più una realtà quotidiana che la Comunità di Sant’Egidio vive con i poveri nella città.