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21 Març 2013

La Caritas in aiuto alle famiglie dopo i recenti attacchi

Per il Pakistan solidarietà e sicurezza

 
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ISLAMABAD, 20. Testimonianze di aiuto concreto e di solidarietà continuano a giungere alla comunità cristiana in Pakistan, colpita nei giorni scorsi da un nuovo attacco di estremisti musulmani a Lahore, durante il quale sono state date alle fiamme oltre un centinaio di abitazioni. La Caritas locale è infatti attiva per fornire tende, alloggi temporanei, aiuti alimentari, utensili da cucina, biancheria, e assistenza medica. In una nota pubblicata dall'agenzia Fides si legge che «è molto importante coordinare gli sforzi umanitari e rassicurare i profughi, per cercare di restituire loro speranza per il futuro». La Carìtas in Pakistan aggiunge che «le parti degli edifici sopravvissuti alle fiamme non sono agibili, in quanto rischiano di crollare», ed è dunque necessario «condurre le famiglie in una zona sicura».  

Gli sforzi della Caritas in Pakistan sono accompagnati dalla Caritas tedesca, che ha inviato un contributo di 2o.000 curo. Inoltre, la Comunità di Sant'Egidio, che ha diverse rappresentanze nel Paese, sta distribuendo scorte di cibo e di acqua potabile. Intanto, anche il Governo federale ha già versato alle famiglie colpite 500.000 rupie per ogni abitazione distrutta, per poter avviare la ricostruzione. Il vescovo Sebastian Francis Shaw, amministratore apostolico di Lahore, ha commentato: «Condanniamo gesti di violenza di tal genere e chiediamo al Governo di garantire la sicurezza dei cittadini e, specialmente delle minoranze religiose. Vi sono persone che vogliono farsi giustizia da soli e che credono di essere al di sopra della legge. E un episodio molto triste che sconvolge la nostra città. La gente innocente non è al sicuro in casa sua. Esprimiamo alle famiglie colpite tutto il nostro sostegno e solidarietà.

Con la Caritas - ha concluso - ci stiamo attivando per offrire  un riparo e una sistemazione. In questo Paese c'è da lavorare molto per la pace e l'armonia». I gruppi fondamentalisti islamici accusano da tempo i cristiani di proselitismo e, a tale scopo, viene anche strumentalizzata la legge sulla blasfemia per incolpare ingiustamente le persone. In un messaggio di solidarietà alle comunità cristiane in Pakistan, il segretario generale del World Council of Churches (Wcc), Olav Fykse Tveit, ha sottolineato che «la legge sulla blasfemia viene spesso usata per perseguitare le minoranze religiose e questi atti di persecuzione e di violenza contro persone innocenti devono essere condannati da tutte le persone che amano la pace nel Paese».

Si tratta, ha aggiunto il reverendo Tvcit, «di attacchi mirati nei confronti delle minoranze cristiane in diversi zone del Paese. che hanno causato inimmaginabili sofferenze umane. Condividiamo il dolore di centinaia di famiglie innocenti che sono vittime di atti atroci - ha concluso - e deploriamo tali azioni». Nel settembre scorso a Ginevra, in Svizzera, il Wcc ha organizzato un'audizione internazionale intitolata «Abuso della legge sulla blasfemia e minoranze religiose in Pakistan». In quella occasione il reverendo Tvcit ha lanciato un appello alle autorità internazionali. «Le minoranze in  Pakistan - ha dichiarato - continuano a soffrire a causa del cattivo uso della legge sulla blasfemia,  cheviene utilizzata per prendere di mira e colpire le piccole comunità.

Mentre continuiamo a seguire con preoccupazione l'uso della legge sulla blasfemia contro gli <appartenenti alle minoranze  religiose in Pakistan - ha continuato - è giunto il momento che la comunità internazionale affronti in maniera decisa e con urgenza questa situazione». Anche gli ordini e le congregazioni religiose cattoliche presenti in Pakistan, assieme a numerose organizzazioni della società civile, hanno rivolto un appello per una riforma della legge sulla blasfemia. Nell'appello si chiedono «passi immediati per tutelare la vita delle minoranze religiose», tra cui appunto la revisione della legge sulla blasfemia, in modo tale da «scoraggiare l'estremismo religioso». Il 15 marzo si è svolta la Giornata della Tolleranza, in cui l'intera nazione ha mostrato solidarietà alla comunità cristiana. L'iniziativa è nata da una proposta del Consiglio degli Ulema e di alcuni leader cristiani, fra i quali Paul Bhattì, consigliere del primo ministro per l'Armonia religiosa.


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