"Né vincitori, né vinti: nella follia della guerra la sconfitta è di tutti". Andrea Riccardi al Festival della Filosofia di Modena

Andrea Riccardi, fondatore della comunità di sant'Egidio, ha ribadito l'urgenza di una cultura di pace e integrazione

Disinnescare la spirale dell'odio creando un movimento civile "pacificatore" per far valere le ragioni del dialogo tra etnie, popoli e tutte le minoranze etnico linguistiche creando le condizioni per una kantiana pace perpetua tra le nazioni. È questo il potente messaggio, più volte applaudito dal numeroso pubblico presente, emerso ieri pomeriggio in piazza XX Settembre nella Lectio Magistralis di Andrea Riccardi, autorevole storico delle religioni, politico e fondatore della Comunità di sant'Egidio.
All'interno di un Festival della Filosofia che ha come tema l'agonismo, Riccardi ha quasi profanato la sacralità del sapere filosofico a volte un po' fumoso, lontano dall'attualità politica (coi suoi sillogismi sociologici o sofismi teoretici di maniera) incentrando la Lectio Magistralis sul tema atroce della guerra dove non ci sono vincitori e vinti, ma solo distruzione e annullamento del destino morale dell'Umanità.
«Non dobbiamo assuefarci alla guerra - ha più volte ribadito il prof. Riccardi - per non rischiare di perdere la capacità di indignarci davanti alle atrocità di tutti i conflitti che ogni giorno entrano nel salotto di casa nostra attraverso la tv satellitare: è necessario continuare a ribadire il nostro no a tutte le guerre per creare una cultura della pace che oggi sembra attraversare una fase di afasia». «Se dico no a qualsiasi guerra non indulgo né ad un atteggiamento utopistico e nemmeno ad un pacifismo di maniera - ha incalzato con fervore Riccardi che è anche Presidente Nazionale dal 2015 della Società Dante Alighieri - dire no alla guerra è un dovere morale che dovremmo ribadire ogni giorno: la nuova Italia multietnica e multiculturale è il presente e il nostro futuro». «Anche le statistiche ci fanno capire che gli italiani tra 80 anni si estingueranno: tutti sappiamo che i nuovi nati in Italia nel 40% dei casi sono figli di stranieri comunitari o extracomunitari che dovrebbero acquisire la cittadinanza italiana all'atto stesso della nascita».
Nel primo giorno del festival della filosofia che declinerà le mille sfaccettature interpretative del termine "agonismo" dalla superba Lectio Magistralis di Andrea Riccardi è emerso che l'immigrato, il rifugiato politico e il profugo non sono un nemico, non sono antagonisti rispetto a noi nel complesso agone geopolitico contemporaneo bensì persone depositarie di diritti inalienabili stabiliti da immemori consuetudini internazionali. «E se Sarajevo - ha concluso il relatore - è stata città simbolo del conflitto nei Balcani negli anni '90, oggi è Aleppo la città martire per antonomasia che, prima dell'atroce conflitto siriano, è stata per secoli ammirevole modello di civile convivenza tra etnie e confessioni religiose: Aleppo nella storia è stata anello di congiunzione tra oriente e occidente e noi dobbiamo fare in modo che possa continuare ad esserlo». Si è congedato così dal pubblico modenese il prof Riccardi, al debutto al Festival della Filosofia subissato da un lungo, meritato e caloroso applauso. 


[ Giulia Manzini ]