Le storie della Shoah non finiscono mai e una mostra a Roma le racconta per immagini

Andrea Riccardi /Religioni e civiltà
Ci sono i resti di tante esistenze, conservati gelosamente in archivi familiari degli scomparsi.

Le storie della Shoah non finiscono mai di rivelare qualcosa di nuovo. Non basta l'evocazione retorica di quella vicenda, come talvolta è avvenuto con la Resistenza. Anzi questo crea il fastidio di un rituale. Invece la Shoah va narrata e studiata sempre più in modo approfondito. Se si scava, si trova tanta umanità dolente e s'incontrano inedite dimensioni dell'inferno che è stata. Del resto questo era il metodo dei rabbini e degli studiosi ebraici della Bibbia, che scavavano nella pagina della Scrittura, approfondendola con nuove spiegazioni. Metodo, ripreso e rilanciato, dalla lectio dei Padri della Chiesa sulle pagine bibliche.
La Shoah ha tanti volti. Il suo volto romano mi ha sempre interrogato. 
Roma la Shoah è scoppiata, improvvisa, dopo l'8 settembre, mentre gli ebrei, in gran parte, si sentivano al sicuro. La caccia all'ebreo è avvenuta in modo rapido, drammatico, intrecciandosi con la presenza della Chiesa a Roma sotto la guida di Pio XII.

(continua a leggere)


[ Andrea Riccardi ]