Sant'Egidio, aggiungi un cuore a tavola

La grande risposta di Parma all'appello lanciato dalla comunità
Famiglie, bambini, senzatetto e volontari: in 300 a pranzo nell'ex chiesa dei Cappuccini, al circolo Zerbini e in via Isola

Il pranzo di Natale della comunità di Sant'Egidio doveva raddoppiare, ma in realtà è triplicato. Quest'anno infatti - per la prima volta - il tradizionale appuntamento solidale si è tenuto in contemporanea in tre luoghi. I ridotti spazi della chiesa di Santa Caterina (l'ex chiesa dei Cappuccini vicino a piazzale Rondani, divenuta il punto di riferimento della comunità di Sant'Egidio) hanno costretto gli organizzatori ad allestire una parte del pranzo anche al vicino circolo Zerbini, per mettere a sedere oltre trecento ospiti. Anche questo Natale è stato inoltre utilizzato il salone della parrocchia di Santa Maria del Rosario (via Isola). In tantissimi hanno risposto all'appello lanciato alla città dalla Comunità di Sant'Egidio, in vista del tradizionale pranzo di Natale. Alla richiesta di aiuto hanno risposto volontari, aziende, bar, ristoranti, pizzerie, semplici cittadini e tante altre realtà che hanno voluto offrire un contributo (donando generi alimentari, denaro o il proprio tempo) per consentire alla Comunità di organizzare questo importante appuntamento. Quest'anno a tavola, assieme ai volontari (una settantina, molti dei quali giovani), c'erano anziani, famiglie, bambini e numerosi senzatetto aiutati dagli «Amici del lunedì», ossia il servizio di assistenza in strada ai senzatetto.
«Alcuni profughi che sono ospitati dall'associazione San Cristoforo di don Cocconi - spiega Bruno Scaltriti (Comunità di 
Sant'Egidio) - hanno dato man forte ai volontari servendo le varie portate agli ospiti del pranzo. Lo hanno fatto per rivolgere il proprio grazie alla città, all'accoglienza che è stata loro riservata, ma anche per contribuire alla costruzione di un futuro migliore per Parma». In un N
atale pervaso dalla paura e dalla divisione, a causa dell'attentato di Berlino, nel pranzo della Comunità di Sant'Egidio si respirava un clima di serenità e gioia.
«Il pranzo - prosegue Scaltriti - è il segno che è possibile una convivenza pacifica tra persone diverse». A Parma le persone povere sono in aumento. «Si tratta soprattutto di persone sole e famiglie monoreddito» precisa Scaltriti. Assieme ai bisogni è però aumentata anche la disponibilità dei parmigiani. Un importante segno di speranza in questo momento di crisi. «In tantissimi hanno risposto al nostro appello - rimarca Scaltriti - c'è chi ha portato generi alimentari, chi un'offerta e chi invece ha preferito donare il proprio tempo. Desidero ringraziare Coop Alleanza 3.0, il ristorante Il Tramezzo, l'Osteria del 36, la Corale Verdi, il ristorante Canova, il ristorante Il Cortile, il Toyland, la Camst, il circolo Zerbini, la Lampogas, il gruppo Michelotti di Sala Baganza e la Protezione civile. E
' stata una risposta corale della città: senza l'aiuto dei parmigiani non saremmo riusciti a organizzare un evento così grande».
L'appuntamento natalizio rappresenta il momento culminante del lavoro portato avanti durante tutto l'anno dalla Comunità di 
Sant'Egidio. Il fine dell'iniziativa è quello di sottolineare il valore della gratuità, ma anche che una convivenza con tutti i popoli è possibile. La chiesa di Santa Caterina e i locali annessi sono al centro di importanti lavori di recupero, per i quali si stanno cercando sostenitori. Il primo di gennaio come consuetudine è infine in programma la «Marcia della Pace» con partenza da piazza Duomo dopo la messa delle 17 presieduta dal vescovo Enrico Solmi.


[ L.M. ]