La preghiera non va in vacanza.
Tutte le sere, alle ore 20.30, continua come da 40 anni - la preghiera della Comunità di Sant`Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Ma ci sono appuntamenti - la preghiera per i malati, e quella per la pace nei paesi martoriati dalla guerra - che sono diventati immancabili, motivo di raccoglimento per romani e anche per turisti, che entrano in basilica da visitatori e si fermano contagiati dall`intenso raccoglimento, in cui anche il coro aiuta la preghiera collettiva, non solo inni, salmi, lettura e meditazione di passi della Bibbia. Ogni primo lunedì del mese è dedicato alla preghiera per i malati, in cui si invoca la guarigione e il sostegno delle persone sofferenti, il cui nome viene scritto su un biglietto e poi raccolto. Nel terzo lunedì di ogni mese, invece, la preghiera è dedicata alla pace. Ci si stupisce di quante siano le guerre in atto quando, durante la preghiera, vengono ricordati i nomi di tutti i paesi, i luoghi e le aree teatro di conflitti, e per ogni paese, viene accesa una candela, portata da un giovane. Martedì scorso la predicazione di monsignor Boutros Marayati, arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, ha fatto riflettere sulle speranze e le sofferenze del popolo siriano. «Sento che fra Aleppo e Roma c`è un ponte spirituale e qualcosa che ci unisce è lo Spirito di Gesù, questa preghiera nella quale non dimenticate di pensare a noi, alla Siria e ad Aleppo, ai vescovi e ai sacerdoti rapiti, ai bambini, ai giovani, tutti quelli che soffrono a causa di una guerra che non ha senso» ha detto l`arcivescovo che ha ringraziato «la Comunità di Sant`Egidio per questo legame, le preghiere e gli aiuti che ci arrivano e ci sostengono».
|