| 11 Januar 2015 |
L'intervista / La Comunità di Sant'Egidio |
"Contro i pregiudizi bisogna lavorare uniti" |
Incontri di riflessione e impegno, come l'assistenza ai profughi |
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Da sempre sono in prima fila nel dialogo con le altre fedi, ma in questi giorni la comunità di Sant'Egidio è stata particolarmente vicina alla comunità islamica.
Ulderico Maggi, portavoce della comunità, perché lo fate?
«È necessario lavorare con i fratelli delle altre fedi e puntare su esperienze comuni, che rafforzino i legami e aiutino a diradare le paure irrazionali e i pregiudizi che montano di fronte ai fatti di Parigi».
Che esperienze comuni farete?
«Incontri di riflessione ma anche cose pratiche, come quelle che abbiamo fatto assieme ai giovani musulmani in questi mesi, cioè l'assistenza ai profughi siriani in stazione Centrale».
Sentite montare un clima di intolleranza?
«Loro stessi ce lo raccontano, sono turbati, disorientati, in più vengono continuamente sollecitati a prendere le distanze dal terrorismo, come se ci fosse un sospetto che grava su tutti quelli che credono nel Corano, come fossero tutti terroristi».
Avete visitato le moschee di cascina Gobba e di via Padova 144. Com'era il clima?
«Sono tutti molto disorientati, impressionati da quel che è successo e dalle possibili conseguenze sul futuro. La stragrande maggioranza degli islamici che vivono a Milano è pacifica e si sente scossa nel profondo, come noi italiani. In più loro si sentono tutti additati come potenziali terroristi, situazione molto difficile per chi vuole solo integrarsi».
Ma c'è un rischio che nelle periferie esploda il disagio dei giovani immigrati di fede islamica come a Parigi?
«Siamo a un bivio, c'è bisogno di essere fianco a fianco per costruire una società dove tutti si sentano a casa propria, gli universitari che stanno bene, come gli sbandati che vivono nelle periferie e che possono soffrire per scoraggiamento e mancanza di punti di riferimento. Sono loro quelli più a rischio, che in assenza di aiuti, potrebbero attaccarsi a internet per cercare qualcuno che si occupi di loro».
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