Ha viaggiato la notte di Pasqua, 2.142 chilometri da Salerno a Brasov. Venti ore per tornare a casa, in Transilvania. La via crucis di Elvira si chiude qui. Forse. In Romania l'aspetta l'affetto dei sui cari, un padre morente e la miseria più nera.
Rimasta senza casa quattro anni fa dopo la morte del compagno salernitano annegato per salvarle le figlie, la 40enne senza fissa dimora e con tre figlie aveva deciso di abbandonare l'Italia dopo 15 anni, con i suoi quattro parenti. Ma non aveva i soldi. E l'odissea chiedeva un prezzo molto salato per chi vive di elemosine: 100 euro per ogni anima che entra in un furgone angusto e senza finestrini, come quelli delle spedizioni.
L'appello de "la Città", due settimane fa, è servito. E in quattro si son fatti subito avanti. Un giornalista ha pagato il viaggio a Elvira, un dirigente del Comune di Salerno e due pensionati salernitani hanno staccato il biglietto agli altri: la figlia con il fidanzato, il fratello con la moglie. Tutti senza fissa dimora. Totale 430 euro. Per il piccolo saldo che mancava a 500 euro, la donna ha lasciato in pegno all'autista i suoi documenti. E così alle 4 di sabato pomeriggio il mezzo ha abbandonato Salerno con dieci romeni a bordo. Agli altri cinque ha pensato l'associazione salernitana "Venite libenter" (Venite volentieri), sette volontari impegnati sul campo più un centinaio di sostenitori tra cui Silvana, ultra settantenne che ogni sera scende da casa per distribuire viveri e abiti.
Prima di partire hanno chiesto un vestito nuovo, un kit per l'igiene e uova di cioccolato, per presentarsi puliti e non a mani vuote. Domenica sarà Pasqua anche per loro, quella ortodossa. «Forse è una coincidenza, ma la loro partenza nel giorno della Resurrezione spero sia auspicio del passaggio a una vita migliore su questa terra- dice Enzo Somma, responsabile salernitano della comunità di Sant'Egidio, da anni vicina ai poveri - Il sequestro delle elemosine da parte dei vigili urbani ha ostacolato la partenza, ma nonostante il paradosso alla fine Elvira è riuscita a salire su quel mezzo. Vorrei fosse chiaro a quelli che coltivano pregiudizi che la maggioranza di costoro non viene qui a fare la bella vita ma si lascia alle spalle una storia, radici, la famiglia. Emigrare non è andare in vacanza. Noi dimentichiamo che siamo stati emigranti considerati brutti, sporchi e cattivi. Quando ho chiesto ai romeni che vivono per strada qui a Salerno se tornerebbero a casa, mi hanno risposto, tutti: dall'Italia riusciamo a mantenere i nostri cari in Romania mandando qualche elemosina, da lì non riusciamo a aiutarli. Non mi sorprenderei di rivederli ancora qui».
Montecorvino, Acerno, Salerno, Elvira si lascia alle spalle una terra generosa, nonostante tutto. A San Cipriano conobbe Luigi Farina, l'operaio e il compagno che sacrificò la sua vita per le figlie della donna. «Forse nessuno si ricorderà di me - sussurra prima di andarsene - Io mi ricorderò di lui per sempre».
Ferruccio Fabrizio
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