| 25 Oktober 2015 |
Le voci dei popoli |
Concetta: un onore Gracjiela: un gesto contro i pregiudizi |
All'udienza saranno presenti anche rom. Come Mirko, che spiega: Bergoglio è un modello di umanità per tutti |
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«Questo invito è un onore per noi rom. Porteremo al Papa le nostre storie, fatte di discriminazioni subite ma anche di integrazione vissuta». Così Concetta Sarachella, rom di Isernia, racconta lo spirito con cui domani parteciperà all'udienza del Papa. Per l'occasione Concetta ha preparato una bandiera con la ruota, simbolo dei rom. Lei infatti è una stilista, promessa del made in Italy, e partecipa spesso a concorsi di moda.
«A Isernia - dice - la partecipazione dei rom alla vita della comunità cristiana è un bell'esempio di convivenza possibile. Quando alla processione per Sant'Antonio tutta la città si ritrova in preghiera dietro la statua del santo, i rom portano i cavalli imbardati in testa al corteo».
«La fede in Dio- racconta Concetta di fede musulmana - mi ha aiutato a fare le scelte giuste nella vita». Lei frequenta da sempre la parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, con il Movimento Carismatico fa volontariato in una comunità per giovani con dipendenze. «Prego spesso per il mio popolo» aggiunge Concetta. Porta sempre con sé il Rosario del beato Zeffirino Jiménez Malla, gitano ucciso durante la Guerra civile spagnola, per aver difeso un prete maltrattato per strada dall'esercito antifranchista.
Anche la rom croata Gracjiela Durdevic sarà presente domani con il marito e i quattro figli. «Per noi significa tanto: l'invito del Papa contrasta i pregiudizi di chi vuole metterci in disparte». Lei ora abita in casa a Roma e lavora come domestica in alcune case private: «Ma all'inizio è stato duro vincere i pregiudizi». Gracjela sarà presente con la Comunità di Sant'Egidio: «Li conosco da quando avevo sei anni. Nell'84 vennero al campo di Tor Bella Monaca per celebrare una Messa con don Matteo Zuppi, oggi vescovo a Roma. Da allora siamo diventati parte della famiglia della Comunità: ci hanno aiutato a iscrivere i bambini a scuola, a farli crescere con idee giuste alla Scuola della Pace, ma anche a coltivare la fede».
Mirko Petrovic, rom con doppia cittadinanza italiana e serba, è ortodosso. «Francesco è un modello di umanità per tutti; all'udienza parteciperanno anche rom musulmani». Mirko, che lavora come mediatore culturale, ci tiene a precisare che «i rom e sinti sono un mondo più eterogeneo di quello che siamo abituati a pensare». Sono la più grande minoranza europea, 11 milioni in Europa e 16 nel mondo. In Italia sono pochi (0,23%), la metà italiani da secoli come Concetta, quasi tutti non più nomadi. Soprattutto sono un popolo di bambini, il 60% è minorenne.
Stefano Pasta
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