La sfida di Livorno nel Mediterraneo

Il convegno Medì. La Comunità di Sant'Egidio

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Identità, cambiamento, rapporti. A Livorno le città del Mediterraneo riunite alla Goldonetta nel convegno internazionale Medi su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio si pongono di fronte alla storia per rigettare la paura e vivere la dimensione del porto come apertura che salva cultura, demografia, economia. «Per me la città porto è anche una città che ha una cultura. E' la cultura della città che vive di relazione», osserva Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio . «Sì dunque alle "culture porto" o "culture ponte" rispetto alla "cultura mura". Su questo dobbiamo molto lavorare».
La globalizzazione ha fatto bene al Mediterraneo. Il 30 per cento del turismo approda al "mare nostro". Ma allora perché chiudersi, scegliere la miopia? Gli immigrati in mare sono stati sottoposti "a un esame della morte" e i naufragi sono divenuti "così frequenti che non ci commuoviamo più. Intanto si è lasciata crescere un'industria criminale impressionante sugli immigrati". I corridoi umanitari aperti da Sant'Egidio e dalla Federazione delle chiese evangeliche rappresentano un'altra modalità, un'inversione di tendenza che aiuta a ripristinare l'unità del Mediterraneo. Città pacificate vivono la relazione come crescita ed esplorazione anche verso l'interno.
«L'anima della mia città - ha detto il sindaco Filippo Nogarin - è nel porto e nella contaminazione». C'è una cesura da superare tra città e porto «vissuto da molti come un non luogo». Ma il cosiddetto «grande bacino di carenaggio rappresenta la prospettiva sia con l'area di Porto a mare che con altri cantieri già aperti, come anche nel potenziamento dei rapporti con gli scali aeroportuali. E necessario l'impegno dell'Autorità portuale per rendere il centro cittadino più accogliente». Più in generale «credo nella contaminazione per creare le condizioni in cui le città abbracciano il cambiamento».
Come ha fatto Civitavecchia, diventato il primo porto turistico del Mediterraneo. In modo soprendente, osserva Vittorio Ianari, della Comunità di Sant'Egidio, «in questi anni il Mediterraneo è stato ricollocato al centro della storia mondiale. Di fronte alle difficoltà e alle domande della storia le città mediterranee potrebbero affidarsi a risposte istintive, ma possono assumere con fantasia e coraggio la responsabilità di essere di nuovo al centro». Tanti, per il vescovo Simone Giusti, «sono i punti di contatto per vivere insieme le sfide. Quando non ci si conosce, l'altro diventa un nemico». Livorno "città di crisi complessa", ha ricordato l'assessore regionale Cristina Grieco, esce con orgoglio dalle situazioni di crisi per la sua cultura pluralista.


[ MICHELE BRANCALE ]