«Guai cedere alla paura e alla cultura del sospetto»

Non possiamo essere soltanto spettatori della scena globale, restando indifferenti ai conflitti che lacerano tanti Paesi o abituandoci alla violenza diffusa. Siamo chiamati a costruire la pace a partire dalle piccole cose, dagli incontri quotidiani nei nostri quartieri, tra i banchi di scuola, in parrocchia, stabilendo delle relazioni personali. E da cristiani dobbiamo impegnarci per «la pace e la fraternità tra i popoli», senza lasciare che «il dramma della divisione nelle guerre, penetri anche nelle comunità». E' quanto ha sottolineato il professor Andrea Riccardi in un passaggio del suo intervento di giovedì scorso al convegno "Le risorse della pace e i conflitti" che al Santuario romano del Divino Amore ha visto la partecipazione di numerosi insegnanti, ma anche operatori pastorali, sacerdoti e religiose provenienti dalle 18 diocesi del Lazio.
Grazie agli interventi di Riccardi - già professore ordinario di Storia Contemporanea e Ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione, fondatore della Comunità di Sant'Egidio - e di Abdullah Redouane, Direttore del Centro islamico culturale d'Italia della Grande Moschea di Roma, è stata l'occasione per "guardare al mondo" e capire quali siano gli equilibri, i rischi e le possibilità dei conflitti in atto nell'area del Mediterraneo e nel continente africano, ma anche delle problematiche interne all'Islam.
Tanti gli spunti di riflessione che, a partire dallo scenario attuale e anche alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II ci impongono di cambiare atteggiamento ed essere protagonisti: è nel lavorare insieme, anche grazie alle collaborazioni ecumeniche e interreligiose che otterremo risultati oggi e nel futuro. Ne sono l'esempio i corridoi umanitari, di cui hanno parlato le operatrici della Comunità di Sant'Egidio e della Federazione delle Chiese Evangeliche: grazie a questo progetto in un anno e mezzo arriveranno in Italia un migliaio di profughi dal Medio Oriente. Quello dei migranti è stato un altro dei temi affrontato durante il convegno e come ricordava anche monsignor Gerardo Antonazzo, Presidente della Commissione per l'Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza episcopale del Lazio, troppo spesso «la paura della diversità ci fa vedere l'altro non come fratello, ma con sospetto» mentre invece «la solidarietà è spirito di costruzione per la pace».


[ Roberta Ceccarelli ]