Comunità di S. Egidio. Protocollo d'intesa

Il Provveditore Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria di Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria, dottor Luigi Pagano, il Presidente della Comunità di Sant'Egidio - Piemonte - Onlus, dott.ssa Daniela Sironi, il Presidente della Comunità di Sant'Egidio Liguria, dottoressa Claudia Poggi, si incontreranno venerdì 15 aprile alle 12, a Torino nella Sala Conferenze del Provveditorato (via Berruti e Ferrero 1/a) per siglare un protocollo d'intesa che giunge all'esito di una proficua collaborazione tra le due realtà.
Saranno presenti anche la dottoressa Stefania Tallei, di Roma, Coordinatrice nazionale del servizio in carcere della Comunità, ed alcuni operatori della Comunità nelle carceri del Nord-ovest. La Comunità di Sant'Egidio da più di quindici anni è presente a titolo gratuito in numerosi istituti penitenziari del Piemonte e della Liguria attraverso sostegno materiale e morale ai detenuti, soprattutto quelli indigenti e malati, e alle loro famiglie, distribuzioni di generi di prima necessità, incontri di formazione culturale e di catechesi, concerti musicali, pranzi ed eventi nel periodo natalizio.
In questi anni sono stati raggiunti, in modo personale o attraverso eventi pubblici, circa duemila detenuti nelle carceri e sono state realizzate molteplici attività anche a sostegno di chi affronta il difficile tornante del «dopo carcere».
Il protocollo d'intesa, che fa seguito ad analoghe convenzioni stipulate dalla Comunità di Sant'Egidio in altre regioni italiane, faciliterà la realizzazione di iniziative di carattere formativo e culturale, volte a favorire le relazioni tra carcere e territorio, l'educazione al dialogo, alla convivenza fra popoli e culture differenti, alla solidarietà e alla pace; inoltre saranno implementati progetti e percorsi individuali di accompagnamento e reinserimento sociale dei detenuti ed ex detenuti che la Comunità di Sant'Egidio ha già realizzato in questi anni.
La sinergia fra le Amministrazioni Penitenziarie e la Comunità di Sant'Egidio mira ad abbattere quel muro di separazione che ancora troppo spesso separa il carcere dal mondo esterno, e intende richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul valore riabilitativo e rieducativo della pena, così chiaramente espresso nella nostra Costituzione.


[ Paolo Lizzi ]