Interventi. «Sì» a un Continente costruttore di ponti

Maria Voce:«Venga accelerato il cammino verso l'unità». Andrea Riccardi: «Deve essere fondata sulla pace e non sui muri la costruzione europea» Gli appelli finali della IV edizione dell'evento

Sette "sì" sono stati pronunciati ieri nel cuore di Monaco di Baviera. "Sì" alla vita, alla famiglia, al Creato, a un'economia equa, alla solidarietà, alla pace e alla responsabilità verso tutta la società. Sette "sì" su cui si sono impegnate le oltre trecento comunità e movimenti cristiani che formano la rete ecumenica "Insieme per l'Europa". E proprio nel centro del capoluogo bavarese si è tenuta la manifestazione che ha concluso il quarto evento internazionale della rete.
Un'iniziativa che ha voluto mostrare pubblicamente come «l'unità sia possibile anche in un'Europa segnata dal terrorismo globale, dal moltiplicarsi di guerre, da migrazioni di dimensioni bibliche, da crescente intolleranza», ha detto Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. E ha aggiunto: «Noi qui ci impegniamo ad essere strumenti di una nuova visione dell'Europa, strumenti di un'accelerazione nel cammino verso l'unità, aprendo con tutti e per tutti gli uomini e donne del nostro pianeta un dialogo profondo». Poi ha ricordato la "regola d'oro": «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te». «In fondo - ha chiarito Maria Voce - vuol dire: ama. E, se l'amore diventa reciproco, fa fiorire fra tutti la fraternità. È precisamente nella fraternità universale che l'Europa può riscoprire la propria vocazione».
Sulla stessa lunghezza d'onda è stato l'intervento del fondatore della Comunità di Sant'Egidio il professore Andrea Riccardi. A pronunciare l'articolato intervento è stato il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo; Riccardi, infatti, non è potuto essere presente alla giornata conclusiva della IV edizione di "Insieme per l'Europa" per essere proprio nelle stesse ore in Mozambico per contribuire a un delicato processo di pace.
Riccardi nel suo messaggio è partito dalla metafora dei muri che si stanno innalzando in tutto il Vecchio Continente . «Assistiamo ad un nuovo complesso di barriere - ha ricordato - complesso di barriere, che sfregiano il Continente». E ha osservato: «Ci sono anche muri virtuali: pregiudizio, disprezzo per i deboli, razzismo, scontro tra generazioni». La ricetta indicata da Riccardi è quella opposta: l'accoglienza con la prospettiva - verso chi arriva indifeso sulle coste o alle frontiere dell'Europa - di costruire «ponti di misericordia».
Riccardi nel suo articolato intervento dal titolo evocativo "Non muri ma ponti" è ritornato con la mente all'ideale di un'Europa degli Stati, citando tra l'altro a questo proposito lo scrittore e filosofo tedesco Novalis. «Noi vorremmo che l'Europa fosse soltanto quella dei padri - è stata la riflessione ma anche l'augurio di Riccardi - ma anche quella dei figli. E i figli devono oggi avere l'ambizione di costruire un'Europa senza muri che guarda al mondo di domani con speranza. Tanti cristiani hanno lavorato per costruirla insieme a uomini e donne accomunati dalla stessa cultura e dalle stesse radici che hanno il gusto e la bellezza dell'universale. Ognuno di noi, ogni nostra comunità, le nostre genti europee, tutti possiamo impugnare una chiave che apra i muri, per far circolare un'aria più fresca e più umana, più libera e più misericordiosa». Un invito quello di Riccardi a vedere nella pace la base e il lievito principale per la «costruzione europea»: «La pace nasce dai ponti e non dai muri. Ogni europeo può essere un ponte».


[ G.Gamb.e F.Riz. ]