Migranti oggi, realtà complessa

Iniziativa presentata a Palazzo Ducale in una Tavola Rotonda del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
Dal Masci una petizione per l'applicazione dei diritti umani universali

Per passare dall'emozione di un momento all'azione progettuale il Masci ha promosso la raccolta firme per una petizione popolare per il riconoscimento dei diritti umani degli immigrati che sarà consegnata al parlamento italiano il 21 ottobre, e al parlamento europeo. L'iniziativa è stata presentata alla cittadinanza sabato 1° ottobre nella Sala del Camino a Palazzo Ducale con una tavola rotonda su "Migranti oggi: una realtà complessa". Coordinati da Mauro Caputo, segretario del Masci Liguria, si sono susseguiti al tavolo dei relatori Andrea Torre, Doriano Saracino, una famiglia di profughi siriani, p. Alexis Bassoma e il ministro della giustizia Andrea Orlando.
Tutti concordi sul contenuto della petizione popolare, che richiamandosi ai principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo "considera il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; ritiene il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani quale causa di atti di barbarie". Convinti che "è urgente intervenire per mettere fine all'ormai quotidiana strage di donne, di uomini e bambini alla disperata ricerca di pace e dignità, si rivolge al Parlamento e al Governo Italiano e al Parlamento Europeo affinché si impegnino ad individuare corridoi umanitari sicuri per i migranti vittime di guerre, persecuzioni, catastrofi e dittature, garantire un'accoglienza degna e rispettosa, accelerare le procedure di identificazione e definizione delle richieste di asilo, far superare i vincoli del Regolamento di Dublino; progettare e realizzare percorsi di integrazione ed interventi nelle nazioni di partenza dei migranti".
Andrea Torre, direttore di Medì, in particolare ha illustrato le migrazioni nel Mediterraneo. Il dato più drammatico è dato dalle circa 4000 persone morte nelle sue acque nel 2015, già 3400 nel 2016. Il trend di arrivi nel 2016 è molto diminuito: con l'accordo con la Turchia si è fermato il flusso dalla Grecia. Resta l'incognita dello Stato libico, se sarà in grado o meno di controllare i passaggi, determinandone la diminuzione. I flussi vanno governati su piani diversi, che l'Europa ora per motivi diversi non riesce a gestire positivamente.
Per la Comunità di Sant'Egidio Doriano Saracino ha presentato i corridoi umanitari e il cammino fatto per attuarli. La "soluzione" alle migrazioni al momento è costruire muri. L'iniziativa ecumenica con le chiese evangeliche parte dai visti per motivi umanitari da parte di uno Stato, previsti da trattati internazionali. Al momento è attivo il corridoio dal Libano, poi partirà quello dall'Etiopia per chi fugge dall' Eritrea, dove uomini e donne sono obbligati al servizio militare a tempo indeterminato. Un terzo sarà aperto in Marocco, per chi arriva dall'area sub sahariana. Primo obiettivo è salvare vite, secondo dare il permesso di arrivare legalmente in Italia, poi trovare un'allocazione adeguata. Con il corridoio umanitario possono venire in Italia persone classificate con fragilità, malate, donne sole con figli. C'è un trattativa in corso con la Chiesa polacca, anche la Svizzera sta valutando il modello italiano.
Una famiglia di profughi siriani in fuga dalla guerra si è raccontata brevemente. "Noi stavamo bene nel nostro Paese, poi con la guerra non c'è lavoro, non c'è vita" ha spiegato il padre, Khaled. Là c'è la guerra civile, noi abbiamo visto i morti con i nostri occhi, anche adesso alcuni miei figli vivono la eco delle violenze di cui sono stati involontari spettatori. Ho anche pensato di partire su un barcone, ma le condizioni di salute di Daud non ce lo permettevano".
"Mi trovo in situazione complessa, a parlare in nome della società che accoglie mentre anch'io ho bisogno di essere accolto", ha esordito P. Alexis Bassoma, SMA, del Togo, missionario a Genova, molto coinvolto nell'accoglienza dei migranti. Dov'è tuo fratello?, è la prima domanda. "Dietro concetti e numeri ci sono persone umane che hanno un volto, una storia, una vita e una speranza". Occorrono spazi dove trovarsi, come la scuola, che ha un ruolo fondamentale e credere che si può vivere insieme nonostante le differenze e passare "dal riconoscimento dei diritti umani al riconoscimento della persona umana". Come li vediamo e li incontriamo? Sono giovani pieni di vita, desiderosi di essere riconosciuti e aiutati a diventare protagonisti nella società che li accoglie e dare il loro contributo. Non è vero che ci portano via il lavoro, sono fratelli e sorelle come noi, con un alto potenziale per la nostra società". Occorre costruire una cittadinanza dove ciascuno cammina, dialoga, risponde alle attese, diventando "custodi gli uni degli altri".
Il ministro Orlando si è detto felice di partecipare ad una manifestazione così intensa, "davvero è ora di passare dall'emozione all'azione. Questa proposta va portata avanti, la convenzione di Dublino va modificata. Le iniziative dal basso sono importanti per sollecitare la politica a trovare percorsi di integrazione veri. Ogni volta che si crea un muro è un profondo inganno per la sicurezza. Il diritto d'asilo è già nella nostra Costituzione. E' vero che richiedenti asilo non sono molti, ma provenienti da Paesi non sicuri sono tanti". Ad una forte crescita demografica in aree povere del pianeta, corrisponde una diminuzione della popolazione in altri, come nei vasi comunicanti. Non è più una emergenza, è un dato costante e lo sarà per anni. Il costo di una scatoletta per animali costa più del reddito pro capite per persone di vari paesi. Non dobbiamo cedere a letture semplificate, i dati dicono che il lavoro cha fanno gli stranieri non porta via lavoro agli italiani. I reati diminuiscono quando trovano lavoro e riuniscono la famiglia, tenere persone in buone condizioni migliora la cittadinanza. Totalmente incomprensibile è non riconoscere la cittadinanza a chi è nato in Italia, vive, studia qui: è tempo di dare una risposta diversa". Queste massicce migrazioni "sono frutto di economie di diseguaglianza", le difficoltà interne non sono solo loro conseguenza, "ma di un welfare che non funziona" da tempo. Noi abbiamo accolto nel 2015 circa 150.000 persone, a fronte di milioni in fuga. "Dobbiamo ricominciare a guardare in faccia gli architetti della paura. Sono dimezzati gli omicidi dagli anni 90, dimezzati i reati contro la persona", ma la percezione dell'insicurezza cresce anche per un'informazione alterata e un'insofferenza per lo stato di diritto.
Al termine dell'intervento del Ministro - che ha sottolineato il ruolo delle organizzazioni di base nel cambiamento -, Mauro Caputo ha ringraziato per la sua concretezza, e ha invitato il Masci a continuare, incoraggiato, il suo percorso.


[ Graziella Merlatti ]