Emergenza nomadi. Raggi: "Basta campi ora scuola e abitazioni"

Il piano del Campidoglio

A venti giorni dall'omicidio di due bimbe e una ragazza Rom bruciate vive nel loro camper in periferia, Virginia Raggi annuncia il piano per «superare» le baraccopoli dei nomadi, promesso in campagna elettorale. Ma manca ancora una data certa. «Iniziamo con due campi, La Barbuta e Monachina», dice la sindaca grillina. «Fermiamo la mangiatoia che per troppi anni c'è stata da parte della criminalità e di Mafia Capitale». Secondo alcune stime a Roma 4.500 nomali vivono nei campi attrezzati, altrettanti in rifugi di fortuna. Il Campidoglio intende utilizzare i fondi europei per integrarli, dando loro casa e lavoro. Una strada subito criticata dall'ex sindaco Alemanno e dalla destra di Fdi, ma invocata, tra gli altri, dalla Comunità di Sant'Egidio.
«Il progetto ha come finalità il miglioramento delle condizioni di vita per tutti», dice Raggi. «In nessun modo le risorse del piano verranno sottratte alla cittadinanza, è sviluppato in piena coerenza con la normativa 
comunitaria in materia di inclusione-socio economica delle comunità Rom, Sinti, Camminanti». E disegna un patto di responsabilità tra famiglie nomadi e Campidoglio, «con le quali vogliamo allearci»: il percorso «poggia su 4 assi: scolarizzazione, occupazione, salute, abitazione. Sono previste per questo misure temporanee di sostegno». Nei primi due siti che il Campidoglio vorrebbe chiudere in circa 2 armi, La Monachina e La Barbuta, le azioni saranno avviate da subito con 3,8 milioni di fondi europei. «Fondi che l'Italia non ha utilizzato, continuando a spendere tra i 24 e i 30 milioni di euro '`anno per tenere in vita i campi. Abbiamo approvato un piano che consente di riportare Roma in Europa», rivendica la sindaca.
«Un pericoloso libro dei sogni, che mette in fila una serie sconcertante di sciocchezze e utopie», lo demolisce Gianni Alemanno. Mentre il capogruppo di Fdi Fabrizio Ghera attacca: «I grillini vogliono utilizzare i fondi europei per regalare ai rom case popolari e un contributo per l'affitto lasciando invece le famiglie romane senza un tetto».