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10 Februar 2011

Roma - Tutti in preghiera a Trastevere per i quattro piccoli angeli

 
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Si sono alzati tenendosi per mano, traballanti, soffocati dalle lacrime. Hanno acceso candele per tutti i bimbi rom morti negli ultimi dieci anni nella Capitale. Tra quei nomi c'erano anche quelli dei loro piccoli. Elena Moldovan e Erdei Mircea, straziati dal dolore per la perdita di Raul, Sebastian, Patrizia e Fernando, hanno percorso la navata della basilica di Santa Maria in Trastevere accompagnati da decine di rom, cinti e romani per ricordare insieme tutti i piccoli nomadi morti per malattia, incendi e povertà. E' stato uno dei momenti più emozionanti della veglia organizzata ieri dalla Comunità di Sant'Egidio per ricordare i quattro bimbi uccisi dalle fiamme del rogo della baracca di via Appia Nuova. «Una morte atroce e umanamente inaccettabile di bambini innocenti, la cui unica sfortuna è stata quella di essere nati poveri e immigrati» le prime parole del cardinale vicario Agostino Vallini che ha celebrato la veglia e ha portato il ricordo e la preghiera del papa Benedetto XVI «che prega con noi e invoca pace e amore». «Potevamo fare qualcosa per scongiurare questa morte ingiusta?» ha chiesto Vallini. Erano in centinaia dentro la Basilica: nomadi provenienti dai campi di via Salone, Prima Porta, la Cassia e tantissimi romani. I loro sguardi si sono incrociati, così come i loro cuori e le loro mani scambiandosi il segno della pace. Senza differenze e diffidenze, in una lezione di convivenza che ha dato speranza a tutti. Anche a quel piccolo rom ustionato l'estate scorsa per un incendio in un campo nomadi della Capitale che ieri era stretto alla mamma nei banchi della basilica accanto ad Angelina, del campo di Prima Porta e Danilo Catini, volontario della parrocchia. «L'immagine della Basilica ci fa capire che è possibile vivere a Roma insieme» ha detto il fondatore di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. Poi il triste elenco dei 100 bimbi nomadi morti a causa delle precarie condizioni di vita: «Omar, Patrick detto Righetto, Monica...». E poi quel bimbo, romano, che dona una rosa bianca a mamma Elena, soffocata dalle lacrime. Accanto alla famiglia dei 4 bimbi deceduti c'era il sindaco di Roma Gianni. Alemanno che ha parlato dì «una risposta della città ampia ed unanime, una chiesa piena di persone che si stringevano attorno ai genitori di questi poveri piccoli». «Un segnale di solidarietà importante che non va disperso - ha aggiunto - e che ci deve aiutare a dare nuovo slancio per fare un'opera di ricucitura, di superamento delle difficoltà, di sicurezza e di legalità, perché sia realizzata una vera integrazione». Un «no» deciso a nuove polemiche da parte del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini presente alla veglia: «Questa vicenda - ha detto Casini - deve farci riflettere e deve essere un'occasione per un ripensamento e un'assunzione di responsabilità da parte di tutta la politica». Presenti anche il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini («le istituzioni devono fare dì più»), quello della Provincia dí Roma Nicola Zingaretti, l'ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick, gli assessori alle Politiche sociali di Comune e Provincia Belviso e Cecchini. Dopo la veglia molte mamme rom hanno voluto salutare il sindaco e c'è stata anche chi ha detto: «Basta con i campi, i nostri bimbi sono tutti malati e bruciati». 


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