change language
you are in: home - press review newslettercontact uslink

Support the Community

  

Vatican Insider

June 7 2014

Filippine, il cardinal Quevedo: la mia via per la pace

Alla conferenza internazionale di pace a Mindanao, l’Arcivescovo indica la road map per garantire un futuro di convivenza in una regione segnata da conflitti politici e religiosi

 
printable version

COTABATO, FILIPPINE - Parola d’ordine: inclusione. Nella conferenza  internazionale organizzata il 6 e 7 giugno a Cotabato, sull’isola di Mindanao, per discutere implicazioni e prospettive della pace nelle Filippine Sud, è questa la  parola chiave, rimarcata da attori istituzionali, ecclesiali, da gruppi islamici e società civile. L’incontro intende sottolineare il ruolo cruciale che religioni e culture possono svolgere per contribuire alla riconciliazione a Mindanao. E’  promosso dall’arcidiocesi di Cotabato, guidata dal neo cardinale Orlando Quevedo, in collaborazione con la comunità di Sant’Egidio e l’associazione musulmana indonesiana “Muhammadiyah”, entrambe presenti nel “gruppo di contattato” che ha facilitalo l’elaborazione dell’accordo di pace siglato nel marzo scorso tra governo filippino e ribelli del Moro Islamic Liberation Front (MILF). L’evento di Cotabato, sponsorizzato, tra gli altri, dal governo italiano e dall’Unione Europea, mira a sostenere il processo di pace e ad ampliare la partecipazione di tutte le realtà religiose, civili e politiche delle Filippine Sud: dopo l’intesa raggiunta sulla carta, infatti, la sfida “è implementare il processo di pace  sul territorio”. Con le trappole e i problemi che questo passaggio presenta.

Il 75enne cardinale Quevedo “gioca in casa”: parla dagli scranni della Notre Dame University, prestigioso ateneo cattolico fondato dai missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI) – una presenza radicata nella Chiesa filippina  – ai quali egli stesso appartiene. E, in un intervento condiviso con Vatican Insider, presenta senza peli sulla lingua la sua originale visione e la sua strada per raggiungere un pace definitiva e durevole.
Il primo pericolo che potrebbe far deragliare il processo di pace, nota, è l’estremismo religioso: ecco perché è quanto mai auspicabile la presenza e il coinvolgimento dei leader religiosi, cristiani e musulmani, in una questione che sembra di interesse puramente politico. I radicali, nella loro visione ideologica e assolutistica della realtà, possono contestare l’entità politica faticosamente costituita con il recente accordo, la cosiddetta regione “Bangsamoro”. Come non ricordare il gruppo Abu Sayyaf” (“La spada di Dio”), autore di sequestri e omicidi, ma anche i nuovi “Bangsamoro islamic freedom fighters”, cellule impazzite che rifiutano qualsiasi compromesso col governo di Manila. Il fondamentalismo, però, assicura Quevedo, si annida tra i cristiani come tra i musulmani. La serena convivenza interreligiosa e il contenimento delle spinte radicali può, dunque, tutelare il futuro politico della regione.

Sviluppare una “cultura della pace”, mediante un costante incontro e confronto tra le diverse componenti della società di Mindanao – cristiani, musulmani e tribali – è un’opera proficua: serve ad accorciare le distanze e a demolire i reciproci pregiudizi che, in decenni di conflitti e tensioni, si sono fatti strada nell’opinione pubblica. E’ un lavoro che devono portare avanti con convinzione, da un lato, i leader religiosi e civili. Per questo già nel 1990 Quevedo contribuì a creare la “Bishop-Ulama Conference”, forum di vescovi e capi islamici uniti dall’obiettivo promuovere il dialogo  in tutti i gangli della società. D’altro canto, rimarca il cardinale, per avere un impatto reale, la convivenza deve coinvolgere il vissuto della gente comune, le famiglie, i giovani, le scuole, divenendo, più che un concetto astratto, un autentico “dialogo di vita”. Per questo – ecco una proposta lungimirante – gli istituti scolastici cattolici di Mindanao, già aperti a studenti musulmani, dovrebbero includere nel curriculum di studi la materia “cultura della pace”. Riconciliazione, coesistenza, armonia, ricorda l’arcivescovo, iniziano dai banchi di scuola.

Il piano politico è ugualmente importante. E’ essenziale che la nuova entità regionale autonoma “Bangsamoro”, auspica Quevedo, sia realmente democratica, assicurando una rappresentanza politica al mosaico della popolazione che la compone, benché sia nata nel segno di una maggioranza musulmana (i musulmani a Minadanao sono sei milioni). E’ essenziale che la governance segua meccanismi di trasparenza che liberino la prassi politica dalla corruzione, dal clientelismo, dal tradizionale e radicato sistema di potere dei clan, che per troppo tempo ha condizionato pesantemente qualsiasi tentativo di buon governo. L’accordo tra governo e MILF prevede che il parlamento locale sia composto da musulmani, cristiani, indigeni e personalità indipendenti: proprio a significare che la regione non è una entità autonoma islamica, ma un luogo di coabitazione tra differenti gruppi etnici e religiosi.

Perché, sottolinea Quevedo, è l’ingiustizia il male peggiore, quello che è alla radice del conflitto di Mindanao. Su questo versante anche il governo di Manila ha fatto per anni “orecchi da mercante”.
L’albero del malcontento popolare si è radicato e si è lentamente ramificato in modo capillare. Bisogna oggi “seccarne le radici, prosciugando il terreno che dà linfa alle ragioni dell’insurrezione islamica”. Ciò significa, dice il cardinale in maniera netta, “combattere la povertà, l’emarginazione il degrado ambientale, garantire l’istruzione, i servizi sociali, porre fine agli abusi dei diritti umani e alle prevaricazioni consumatesi ai danni delle comunità indigene, come lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e la sottrazione delle terre ancestrali”.

Vivendo da decenni a stretto contato con i musulmani, Quevedo dice di aver sviluppato un approccio empatico, di essersi in qualche modo messo nei loro panni. “Il punto dei vista musulmano ha influenzato la mia visione di cristiano. Un cambiamento che non è solo frutto di studi ma soprattutto di relazioni umane”. La radice, conclude, è l’ingiustizia, perpetrata nei loro confronti per ragioni storiche, culturali e politiche. Oggi c’è un’opportunità reale di ricominciare su basi nuove.


 ALSO READ
• NEWS
November 6 2017
NEW YORK, UNITED STATES

Sant'Egidio at the UN Security Council to report on the situation in the Central African Republic

IT | EN | ES | DE | FR | CA | NL | RU
October 9 2017
ROME, ITALY

German President Steinmeier visits the Community of Sant'Egidio: ''make the world a peaceful place''

IT | EN | DE | ID
October 5 2017

October 5th, World Teachers' Day 2017: Let everyone go to school... of language, culture, and peace!

IT | EN | ID
October 4 2017
ROME, ITALY

A Conference remembering the 25 years from the signing of the peace in Mozambique: The Italian model that has given hope to Africa

IT | EN | DE | PT
October 4 2017

25 years of peace in Mozambique: the history of a country getting out of war and poverty

IT | EN | ES | DE | PT | ID
September 25 2017
JOS, NIGERIA

The Spirit of Assisi in Nigeria: in Jos Christians and Muslims in dialogue to open new Paths of Peace

IT | EN | ES | DE | CA
all the news
• PRINT
February 26 2018
Roma sette

Congo e Sud Sudan, Gnavi: «La liberazione ha il nome di Gesù»

February 23 2018
Domradio.de

"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"

February 22 2018
Famiglia Cristiana

La preghiera sia un urlo contro le guerre

February 21 2018
Vatican Insider

Sant’Egidio si unisce alla Giornata di digiuno per Congo e Sud Sudan indetta dal Papa

February 21 2018
SIR

Giornata preghiera e digiuno: Comunità di Sant’Egidio, adesione all’invito del Papa. Veglia nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma e in molte città italiane

February 7 2018
Vaticannews

“Fare pace”: la diplomazia della speranza cristiana di Sant’Egidio

all press releases
• NO DEATH PENALTY
October 10 2017

On 15th World Day Against the Death Penalty let us visit the poorest convicts in Africa

October 7 2015
UNITED STATES

The World Coalition Against the Death Penalty - XIII world day against the death penalty

October 5 2015
EFE

Fallece un preso japonés tras pasar 43 años en el corredor de la muerte

September 24 2015

Pope Francis calls on Congress to end the death penalty. "Every life is sacred", he said

March 12 2015
AFP

Arabie: trois hommes dont un Saoudien exécutés pour trafic de drogue

March 12 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

March 9 2015
Reuters

Australia to restate opposition to death penalty as executions loom in Indonesia

March 9 2015
AFP

Le Pakistan repousse de facto l'exécution du meurtrier d'un critique de la loi sur le blasphème

March 9 2015
AFP

Peine de mort en Indonésie: la justice va étudier un appel des deux trafiquants australiens

February 28 2015
UNITED STATES

13 Ways Of Looking At The Death Penalty

February 15 2015

Archbishop Chaput applauds Penn. governor for halt to death penalty

December 11 2014
MADAGASCAR

C’est désormais officiel: Madagascar vient d’abolir la peine de mort!

go to no death penalty
• DOCUMENTS

''Entente de Sant'Egidio'': Political Agreement for Peace in the Central African Republic

Libya: The humanitarian agreement for the region of Fezzan, signed at Sant'Egidio on June 16th 2016 (Arabic text)

Nuclear Disarmament Symposium on the 70 th anniversary of the atomic bomb. Hiroshima, August 6 2015

1st Asia Pacific Congress on Human Rights and Respect for the Dignity of Life - Speech of Mario Marazziti

all documents