La pena di morte, che è stata uno dei temi principali toccati ieri da papa Francesco, è una delle questioni che vede particolarmente attiva la Comunità di Sant'Egidio.
In occasione della XII Giornata mondiale contro la pena di morte che si è celebrata come di consueto lo scorso 10 ottobre, infatti, Sant'Egidio, cofondatrice della «World coalition against the death penalty», ha organizzato due convegni internazionali sul tema «Non c'è giustizia senza vita». Il primo si è tenuto ieri a Tokyo, in Giappone, mentre il secondo è in programma a Manila nelle Filippine, il 27 e il 28 ottobre.
«L'Asia è il continente dove la pena di morte miete più vittime (buona parte dei 58 Paesi mantenitori sono asiatici) spiega la Comunità di Sant'Egidio -. Ma negli ultimi anni si sono registrate significative aperture a livello dei governi e interessanti sviluppi nella società civile».
Ieri a Tokyo, nella sede della Camera dei Rappresentanti, è intervenuto, tra gli altri, anche Mario Marazziti, presidente della Commissione diritti umani del Parlamento italiano. La due giorni di Manila, invece, è un appuntamento intergovernativo organizzato dal Dipartimento della giustizia delle Filippine e da Sant'Egidio insieme al Comune di Manila.
«Le parole del Papa ci incoraggiano a proseguire sul cammino intrapreso - spiega Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio - e a insistere affinché il tema della moratoria delle esecuzioni capitali venga riproposto e approvato all'Assemblea dell'Onu in corso a New York».
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