Progetti educativi, corsi di formazione e di sostegno lavorativo, osservatori. E' variegata l'azione di associazioni no -profit e cooperative sociali che hanno come obiettivo la tutela e l'integrazione delle comunità rom a Napoli. Obiettivo del «Comitato campano per i Rom», guidato da padre Alex Zanotelli e padre Domenico Pizzuti, è la difesa delle minoranze dalle discriminazioni. Al centro della loro azione è quella che si chiama strategia di advocacy. «Non facciamo progetti né entriamo nella loro gestione, seguiamo però quelli destinati ai rom, come ad esempio la costruzione di nuove case al posto della baraccopoli di Scampia - spiega padre Pizzuti -. Ci facciamo presenti presso le varie autorità ed istituzioni, la nostra è un'azione di monitoraggio denuncia e stimolo per favorire politiche di cambiamento. Non siamo associazione politica, né religiosa. Ci informiamo, organizziamo visite nei campi, ci occupiamo e preoccupiamo, mettiamo le antenne».
Il Comitato, nato una decina di anni fa, ha accolto associazioni e comitati che operano per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni rom nell'area napoletana e campana. Gruppi che dalle esperienze in comune hanno, poi, cominciato a lavorare autonomamente dando vita ad altre realtà impegnate nella lotta a stereotipi e pregiudizi, e nell'azione sul campo. L' associazione «Chi rom e chi no», operante nella periferia nord di Napoli dal 2002, realizza laboratori per bambini nel campo rom di via Cupa Perillo, oltre a promuovere un percorso di autosostenibilità attraverso l'apertura di uno spazio di ristorazione diurno e serale gestito dalla Kumpania Impresa Sociale, la prima in Italia che coinvolge dieci donne rom e italiane.
Altra associazione apartitica e aconfessionale, basata sul lavoro di volontari impegnati in un compito di promozione sociale, è l'Opera nomadi, presente su tutto il territorio nazionale. Organizzazione non lucrativa che, però, secondo gli addetti del settore, di recente a Napoli registra una sfilacciatura operativa.
L'interesse della Comunità di Sant'Egidio è rivolto, invece, soprattutto ai minori, con interventi a contrasto dell'emarginazione. «La nostra "Scuola della pace" coinvolge i bambini di Ponticelli e Scampia, sia rom che napoletani - chiarisce Antonio Mattone, il responsabile regionale -. Svolgiamo doposcuola quotidiano, mentre una volta a settimana è aperto l'ambulatorio gratuito, insieme ai medici dell'associazione Don Kisciotte, presso la parrocchia San Carlo Borromeo al Centro direzionale». Della Comunità di Sant'Egidio è anche il programma per combattere la dispersione scolastica attraverso borse di studio di 50 euro mensili che impegnano le famiglie rom a non far superare le tre assenze mensili ingiustificate e a sottrarre i piccoli all'accattonaggio.
Di integrazione abitativa e lavorativa si occupa il «Coordinamento metropolitano 21 novembre», con campagne di sensibilizzazione al superamento del campo, come previsto dalle direttive europee.
|