«Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi... Gesù unisce a sé i suoi discepoli e li accomuna alla sua sofferenza e persecuzione e alla sua stessa sorte». Così l'Arcivescovo Cesare Nosiglia ha introdotto la sua riflessione nella «Preghiera ecumenica in memoria dei martiri del nostro tempo» organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio martedì 30 marzo nella Chiesa dei Santi Martiri.
Una celebrazione che vuole ricordare chi, negli ultimi anni, ha dato la vita per il Vangelo. Sono persone «deboli e semplici che con la forza dello Spirito Santo però acquisiscono energie e risorse impensabili». Sono uomini e donne di diverse aree del mondo, che hanno perso la vita in momenti diversi, dall'inizio del '900 ai giorni nostri.
Nella suggestiva azione liturgica, predisposta con cura dalla Comunità di Sant'Egidio, al ricordo degli innocenti uccisi si sono susseguite invocazioni di preghiera, guidate da dodici coristi. Per ogni «martire» ricordato è stata accesa una candela tra due contenitori in argilla, alle spalle dei due candelabri quattro croci, adornate al centro da rosse gerbere e rami d'ulivo. Quattro le croci, come le aree geografiche delle vittime ricordate: Medio Oriente; America; Africa; Europa.
Una fiumana di vite offerte si riversa, trasmette la forza del coraggio e riconoscenza per la testimonianza di fede in esperienze varie: vittime delle milizie dello Stato Islamico, laici, consacrati come le Piccole Sorelle dei Poveri, monaci trappisti, fratelli e sorelle protestanti. Ancora: il cardinal Posadas Ocampo assassinato il 24 maggio 1993 all'età di 66 anni, nel parcheggio del Guadalajara International Airport, oppositore del narcotraffico.
Alla preghiera anche la pastora Maria Bonafede, già moderatore della Tavola Valdese che ha espresso la gratitudine per la testimonianza dei martiri. Padre Giorgio Vasilescu, ortodosso, ha invece ricordato le parole di san Nicola che sosteneva «che i nemici sono amici esigenti».
«Se subirò il martirio ciò significherà che mi avete voluto bene". Questa frase di Sant'Ignazio - ha concluso mons. Nosiglia - ci lascia un altro richiamo per la quotidianità: il martirio è la normale strada della fede e della vita cristiana di ogni battezzato»
Elena Ala
|