"LA RICERCA di un futuro migliore" non è una frase fatta. Non per chi fugge dai bombardamenti, da zone che il terrorismo diffuso ha reso non luoghi, da contesti esasperati dalla violenza.
In questa ricerca tanti cercano un approdo ma molti fanno naufragio, come è accaduto e come accade nel Mediterraneo. Il punto è fare uscire dall'isolamento chi è in questa condizione come anche chi non vorrebbe restare a guardare. Anche sotto questo profilo si apre a Firenze una nuova possibilità. La Comunità di Sant'Egidio, accogliendo l'invito di Papa Francesco ad accogliere i profughi, conduce una scuola di italiano per diverse centinaia di migranti e ogni giovedì, a partire da giovedì 29 ottobre, aprirà la sua sede di San Tommaso, in via della Pergola a gruppi di profughi che sono ospitati a Firenze e che sono stati contattati e invitati nel pomeriggio per momenti di incontro, alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana. Chi vuole aiutare può segnalare la propria disponibilità alla Comunità di Sant'Egidio scrivendo una mail all'indirizzo [email protected]
Intanto oggi pomeriggio, alle 17,45, nella chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Borgo Pinti 58), saranno ricordati, nella preghiera 'Morire di speranza', quanti hanno perso la vita alla ricerca di un futuro migliore.
Nei giorni scorsi la Comunità di Sant'Egidio, ha avuto un altro momento di vicinanza con chi è più debole e sempre più spesso solo: insieme agli anziani della città, ha festeggiato la ricorrenza di Sant'Abramo con una Messa, nella Basilica della Santissima Annunziata. Gli anziani custodiscono un patrimonio di esperienza e sensibilità che può divenire una ricchezza per costruire una città più umana e solidale.
Come ha detto Papa Francesco: «La vecchiaia è un tempo di grazia, nel quale il Signore ci chiama a custodire e trasmettere la fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere; ci chiama ad essere vicino a chi ha bisogno. Questi fratelli anziani che hanno fede, anche nelle prove più difficili, sono come alberi che continuano a portare frutto». L'invito è stato esteso anche agli anziani che vivono nelle residenze assistite. Dopo la celebrazione non è mancato un rinfresco.
Duccio Moschella
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