change language
you are in: home - press review newslettercontact uslink

Support the Community

  
December 1 2015

Visita pastorale

Il coraggio politico del viaggio africano di papa Francesco

 
printable version

Moltissimi erano contrari al viaggio del Papa in Centrafrica e alla sua rischiosa esposizione a Bangui. Avevano ragione: c'è stato un vero rischio per la sua persona. I militari francesi avevano avvertito sull'impossibilità di controllare le fazioni e le tante armi in mano alla gente. Papa Francesco però è voluto andare a Bangui, rispettando il programma, anche la visita al quartiere musulmano (che suscitava le maggiori perplessità). Ha avuto un coraggio personale straordinario, rivelatore del senso profondo del suo ministero. Ha mostrato l'audacia di chi vive quello che crede. Non ha avuto paura di andare nella moschea centrale di Koudougou a proclamare: «Tra cristiani e musulmani siamo fratelli». È anche una lezione a noi europei spaventati del futuro, specie dopo gli attentati di Parigi.
Francesco, con la visita in Centrafrica, ha dato un tono particolare al viaggio che ha avuto due precedenti tappe molto pastorali in Kenya e in Uganda. Ma in Centrafrica c'è stata la discesa agli inferi: una situazione fuori controllo, i rischi di conflitto religioso tra musulmani e cristiani, la fragilità delle istituzioni, l'insicurezza generale, i tanti profughi (alcuni incontrati dal Papa), la violenza e le armi, tanta miseria. Il Paese riassume in sé i mali del continente. Ha una storia terribile: basterebbe ricordare il tragico «impero» di Bokassa. Per la collocazione geopolitica, si riverberano sul Centrafrica l'instabilità dei vicini due Sudan, del Ciad e del Congo. Il Papa è sceso quasi nell'epicentro dell'instabilità, per parlare di pace.
Francesco ha proclamato Bangui «capitale spirituale del mondo» all'apertura della Porta 
Santa della cattedrale (fatta di povero legno) e all'inaugurazione del Giubileo: «L'Anno santo della misericordia viene in anticipo in questa Terra» - ha detto. Quasi ce ne fosse bisogno subito. Il tanto parlare di periferie da parte di Bergoglio (su cui qualche ecclesiastico ironizza) è concreto: il Giubileo comincia dalla periferia africana. Da qui il Papa ha parlato al mondo: «In questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Bangui diviene la capitale spirituale della preghiera per la misericordia...».
La sua cattedra non è stata nella solennità dei marmi e dei canti della basilica di San Pietro. Le

polemiche attorno alla vita vaticana sono lontane e ridimensionate. Per la prima volta la Porta Santa si è aperta in un «inferno» di violenze, rapimenti, odio, intrighi politici, corruzione, miserie. Liturgia e dramma della storia si sovrappongono.
Francesco vede riassunte e simboleggiate in Centrafrica tutte le guerre, quasi fosse la concretizzazione di un «giubileo» della morte e della violenza, che dura da tanto e rischia di non finire. Il Papa ha risposto con il suo Giubileo, quello dell'utopia della misericordia. Non l'ha proclamato dal soglio vaticano, ma si è sprofondato in una crisi: così non solo è più credibile, ma ha iniettato una speranza che aiuterà il processo di pacificazione. Il Papa è stato nella moschea centrale nel quartiere sotto controllo dei Seleka, le milizie musulmane che hanno rovesciato il presidente Bozizé (sostenuto dagli antiBalaka cristiani) e il suo successore. Ha voluto incontrare tutte le parti di questa società in lotta e frammenti.
La povera Bangui, sfregiata da anni di guerra, così insicura, è diventata «capitale spirituale». I centrafricani hanno sentito con orgoglio la fiducia che il Papa dava a un Paese screditato nella comunità internazionale. Nonostante il caos della situazione in buona parte fuori controllo, hanno tratto le conseguenze dell'apertura di credito di Francesco. La visita papale è stata un catalizzatore di istanze di pace. Le milizie si sono autoregolamentate. Tutti i candidati alle elezioni presidenziali del prossimo 13 dicembre - con la mediazione della Comunità di 
Sant'Egidio - hanno firmato un accordo che impegna l'eventuale vincitore a rispettare le regole democratiche.
Sulla soglia dell'Anno 
Santo, l'anziano Papa, per la prima volta in Africa, stanco di un lungo e turbinoso viaggio, quasi come un mendicante, ha chiesto l'«elemosina della pace». Ha lanciato un appello che va al di là dei confini centrafricani: «Deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell'amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace».
Da Bangui è venuta anche la risposta alla grave crisi aperta dagli attentati di Parigi: le diversità non giustificano i conflitti. Ha parlato anche delle divisioni tra cristiani come «scandalo davanti a tanto odio e tanta violenza che lacerano l'umanità». La proposta centrale del Giubileo è battere «la paura dell'altro, di ciò che non ci è familiare, di ciò che non appartiene al nostro gruppo etnico.., alla nostra confessione religiosa».
Il Giubileo vuole creare - in mezzo ai popoli - una sintesi tra le diversità per vivere insieme. È l'ideale semplice e decisivo del Papa: «L'unità nella diversità» --- ha detto. Parole semplici e forti, corroborate da gesti coraggiosi. 


 ALSO READ
• NEWS
November 8 2011

Burkina Faso – Visit of the Minister for Territorial Administration at the formation courses for civil registrars

IT | EN | ES | DE | FR | PT | CA | NL | RU
November 2 2011

Ouagadougou (Burkina Faso) – Launch of the first training course for civil registrars organized by Bravo! for the universal and free registration of births

IT | EN | ES | DE | FR | PT | CA
all the news
• PRINT
February 11 2019
Vatican Insider

Riccardi: tra Italia e Vaticano c’è freddezza ma non rottura

February 24 2018
Avvenire

A spasso per Milano aiutando l'Africa

February 22 2018
Br-Online

Interview mit Sant'Egidio Mitgründer Andrea Riccardi

February 22 2018
Famiglia Cristiana

La preghiera sia un urlo contro le guerre

February 21 2018
Famiglia Cristiana

I 50 anni di Sant'Egidio. L'abbraccio.

February 21 2018
Famiglia Cristiana

La rivoluzione dell'amore e della tenerezza, l'unica necessaria #santegidio50

all press releases
• NO DEATH PENALTY
October 10 2017

On 15th World Day Against the Death Penalty let us visit the poorest convicts in Africa

October 7 2015
UNITED STATES

The World Coalition Against the Death Penalty - XIII world day against the death penalty

October 5 2015
EFE

Fallece un preso japonés tras pasar 43 años en el corredor de la muerte

September 24 2015

Pope Francis calls on Congress to end the death penalty. "Every life is sacred", he said

March 12 2015
AFP

Arabie: trois hommes dont un Saoudien exécutés pour trafic de drogue

March 12 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

March 9 2015
Reuters

Australia to restate opposition to death penalty as executions loom in Indonesia

March 9 2015
AFP

Le Pakistan repousse de facto l'exécution du meurtrier d'un critique de la loi sur le blasphème

March 9 2015
AFP

Peine de mort en Indonésie: la justice va étudier un appel des deux trafiquants australiens

February 28 2015
UNITED STATES

13 Ways Of Looking At The Death Penalty

February 15 2015

Archbishop Chaput applauds Penn. governor for halt to death penalty

December 11 2014
MADAGASCAR

C’est désormais officiel: Madagascar vient d’abolir la peine de mort!

go to no death penalty
• DOCUMENTS

''Entente de Sant'Egidio'': Political Agreement for Peace in the Central African Republic

all documents