La gita dei clochard non più «invisibili»

Una strana comitiva è arrivata domenica a Ispra, borgo turistico sulle rive del Lago Maggiore. Dal pullman sono scesi sessanta senza fissa dimora insieme ai loro amici della Comunità di Sant'Egidio, che ogni settimana li incontrano nel centro di Milano, o nelle stazioni urbane di Garibaldi e Cadorna.
È stata una domenica speciale: preghiera al monastero di Santa Caterina del Sasso, pranzo offerto dalla sezione Anpi, passeggiate sul lungolago, e saluto del sindaco per dire che Ispra è onorata di ospitare questa gita. Italiani e stranieri, credenti di diverse religioni, gente che da anni dorme sui treni e persone che nella loro vita non avevano mai fatto un'escursione. «Queste cose fanno ritrovare il gusto per la vita», ha commentato un clochard con problemi psichici, finito in strada dopo la perdita del lavoro.
Spiega Ulderico Maggi, di Sant'Egidio: «Una gita turistica è il di più rispetto al necessario, che però diventa essenziale: è l'amicizia che riabilita chi vive in strada. Le chiacchierate della giornata hanno confermato il bisogno spirituale e la fame di relazioni personali dei poveri». Al monastero si è pregato con il passo del Vangelo di Giovanni in cui Gesù dice ai discepoli: «Non vi chiamo più servi ma amici». È questo il tratto più significativo della giornata: «Una santa confusione - racconta Maggi -, che mostra come costruire il Regno di Dio abbattendo le divisioni nella città». Sul lago si è dunque realizzata quella familiarità che papa Francesco indicò nel 2014 visitando la sede di Sant'Egidio a Trastevere: «Tra voi si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Chi è il protagonista? Tutti e due, o, per meglio dire, l'abbraccio».


[ Stefano Pasta ]