La Comunità Sant'Egidio: «Gli over 65 sono 200mila Molti stentano a vivere»

Parla il responsabile Antonio Mattone «Più fondi per coprire tutti i rioni»

Oltre 200mila anziani nella sola città di Napoli. A lanciare l'allarme e insieme l'appello alla solidarietà è il responsabile della Comunità di Sant'Egidio, Antonio Mattone, che insieme ai suoi volontari assiste nel capoluogo campano, ma anche a Benevento, Salerno e Avellino migliaia di anziani. La solidarietà non basta mai in una città dove la soglia di povertà è sempre più alta nella terza età.
Presidente Mattone come vivono oggi gli anziani a Napoli?
«Benchè questa sia una delle regioni più giovani, nel capoluogo campano ci sono tantissimi anziani e la maggior parte stenta a vivere. Spesso per aiutare i figli rimasti senza lavoro rinunciano anche a mangiare. Quando all'età si aggiunge il disagio economico allora la situazione diventa critica e ci sono tanti casi di questo tipo e i volontari non sono mai abbastanza».
Quali progetti ha messo in campo la Comunità di Sant'Egidio per dare loro assistenza?
«Abbiamo appena accompagnato un gruppo di 40 persone in vacanza a Visciano, al fresco. Siamo presenti nelle zone dove il disagio è maggiore come i quartieri Spagnoli e la Sanità prestando assistenza. Nel quartiere della Sanità abbiamo dato vita ad un progetto modello che unisce prevenzione e assistenza, monitorando un centinaio di ultraottantenni, coordinato da Bianca Frattini e chiamato "Viva gli anziani"».
Perchè solo alla Sanità?
«Speravamo di estendere questo progetto modello ad altri quartieri, ma occorrono più volontari e fondi».
Al momento come vi sovvenzionate, avete aiuti dagli enti locali?
«Al momento contiamo sulle nostre forze, ma speriamo sempre nel sostegno per rispondere ancora meglio alle tante esigenze».
Quali le maggiori richieste?
«Gli anziani che ci chiamano hanno bisogno soprattutto nei mesi estivi di qualcuno che faccia loro la spesa e di medicinali, tutti possono diventare volontari. Il male più grande però resta sempre la solitudine e la solidarietà può fare tanto».
Basta pensare a Sofia. Ottant'anni vissuti tutti al quinto piano di uno stabile d'epoca senza ascensore. Lo scorso anno, in seguito a un ictus, rischiava il ricovero in una struttura di lungodegenza. Grazie alla rete di contatti con fisioterapisti, commercianti, vicini, Sofia è potuta tornare a casa propria. Ed oggi prepara i biscotti per la merenda dei bambini della Scuola della Pace.


[ Marina Cappitti ]