«Il servizio ai fratelli poveri fa fruttificare i nostri talenti»

La celebrazione eucaristica alla Comunità di Sant'Egidio per la Giornata dei poveri

«E' facile toccare la carne di Cristo nell'ostia, è piacevole perché non sporca e non odora. È difficile toccarla nel fratello, soprattutto quando è povero. Dobbiamo sporcarci nel servizio ai poveri perché i nostri talenti fruttifichino».
È l'appello che ha lanciato il vescovo Luigi Marrucci durante la celebrazione eucaristica che si è svolta domenica scorsa, il 19 novembre, nella chiesa di San Giovanni Battista a Civitavecchia in occasione della prima Giornata mondiale dei poveri. La liturgia, promossa dalla Comunità di 
Sant'Egidio, ha visto la partecipazione di numerosi volontari che hanno accompagnato i senza dimora e i residenti delle due case famiglia per malati psichici che il movimento ha aperto a Civitavecchia.

Nell'omelia, monsignor Marrucci ha contestualizzato la giornata voluta da papa, Francesco quale segno del Giubileo della Misericordia nell'ambito del percorso che la Chiesa propone nelle ultime domeniche del tempo ordinario. Commentando il Vangelo dei talenti, il vescovo ha sottolineato come «Dio ci riporta alla creazione» perché i talenti che ci dona sono i semi con cui ci crea. «Dio - ha detto -, nell'offrirci i talenti, è la primavera della nostra storia: spetta a noi essere l'estate e portare i frutti». Per il presule, i doni che il Padre ci fa sono il Vangelo, i sacramenti, la Chiesa come comunità cristiana, i fratelli e, «solo per ultimi», i talenti personali. «Spesso - ha ricordato -, spinti dal soggettivismo, tendiamo a mettere i talenti personali al primo posto e coltivare solo questi». Il pastore ha poi ricordato che il non coltivare i doni che ci sono dati «equivale ad un peccato di omissione, come il servo infedele che nasconde il talento per paura di perderlo». Spiega monsignor Marrucci che «la volontà di papa Francesco, nell'istituire la Giornata, l'incontro con i fratelli poveri è l'incontro con Cristo: dobbiamo sporcarci con il servizio perché i nostri talenti fruttifichino. Leggo così la testimonianza di quanti si sacrificano per gli altri con il volontariato».
La celebrazione è stata animata dai volontari della Comunità insieme ai numerosi poveri che sono stati invitati a condividere questa giornata, che si è conclusa con un pranzo 
comunitario. «È un giorno di gioia - ha detto Massimo Magnano, responsabile diocesano di Sant'Egidio - perché la celebrazione della Giornata dei poveri coincide anche con la prima visita del nostro vescovo alla Comunità riunita nella chiesa di San Giovanni dopo i restauri».
Commentando le riflessioni proposte dal presule, Magnano nel saluto finale ha sottolineato che «la Parola è il primo e più importante dono che ci è stato fatto da Dio ed è grazie a questa che noi ci siamo radunati qui. Grazie alla Parola molti di noi sono stati strappati dalla solitudine». Per il responsabile di 
Sant'Egidio «tanti di noi soffrono, ma dalla Parola abbiamo imparato ad essere una famiglia e a sostenerci: perché nessuno è così povero da non poter aiutare un altro».
Sempre domenica un gruppo composto da 15 volontari e 35 persone assistite della Caritas diocesana era presente alla celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco nella Basilica di San Pietro. «Un'esperienza indimenticabile - la descrive Stefania Milioni, vicedirettrice dell'organismo diocesano - che ci ha coinvolti ed emozionato. Due del gruppo, una volontaria e un assistito, hanno potuto incontrare il Papa e salutarlo a nome di tutta la nostra Chiesa». Il gruppo, per il pranzo, è stato ospite del collegio pontificio Regina Apostolorum insieme ai pellegrini delle altre Caritas giunte dalle diocesi del Lazio.


[ Alberto Colaiacomo ]