C'erano tutti alla commemorazione di Nelson Mandela organizzata ieri pomeriggio dalla Comunità di Sant'Egidio nella chiesa di Santa Maria in Trastevere: rappresentanti del governo italiano e ambasciatori di vari Paesi, in particolare quello del Sudafrica, romani e tanti turisti. Ma a ricordare il leader sudafricano, morto a 95 anni qualche giorno fa, non c'era nessun esponente del Campidoglio. Evidentemente nell'agenda di sindaco, assessori e consiglieri non si è trovato spazio per una commemorazione così significativa.
Eppure era gremita la chiesa per la messa di commemorazione in onore di Nelson Mandela, il «padre» del Sudafrica. C'erano tanta gente comune, tra turisti e romani, e rappresentanti diplomatici di varie nazioni, oltre al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, e al sottosegretario agli Esteri, Mario Giro, in rappresentanza del governo italiano. La funzione è iniziata con il saluto dell'ambasciatrice del Sud Africa in Italia, Nomatemba Tambo: «Madiba era un grande uomo - ha ricordato - ed è stato il leader della lotta contro l'apartheid».
Poi Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, ha definito Mandela «un uomo di pace e di riconciliazione che sapeva guardare oltre lebarriere, e vedeva un futuro di vita insieme per le diverse anime del suo popolo». Impagliazzo ha poi citato l'impegno nel processo di pace nel Burundi ed ha aggiunto: «Mandela ci lascia una grande eredità: parole come pace, libertà e uguaglianza non sono solo sogni, ma realtà per tutti coloro che soffrono per i conflitti etnici, religiosi e politici. E ci ha insegnato che non siamo nati per odiare, ma per amare». E ancora: «Grazie, Madiba, grazie per la tua vita, per la tua lotta, per avere creduto alla vittoria dell'amore e non dell'odio, per averci ricordato che, anche se qualcuno ci ha insegnato a odiare, Dio ci ha creati per amare» All'ingresso della chiesa un libro su cui ciascun partecipante è stato chiamato a lasciare un ricordo scritto.