CATANIA - «L'Elefantino d'argento alla Comunità di Sant'Egidio rappresenta un simbolico riconoscimento per quello che la Comunità fa in Italia e nel mondo, dove è portatrice di pace e dialogo tra etnie e religioni, ma anche e soprattutto per quello che ha fatto e fa a Catania, in momenti di emergenza, come lo sbarco dei migranti, o in cui c'è bisogno di aiutare le persone che soffrono: siano italiani o no, c'è sempre una porta aperta, un pasto, un incoraggiamento». Con queste parole il sindaco Enzo Bianco, insieme alla presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti e al vicesindaco Marco Consoli, ha consegnato l'Elefantino d'argento, simbolo della città, alla Comunità di Sant'Egidio di Catania, nelle mani del fondatore Andrea Riccardi e del responsabile catanese della Comunità Emiliano Abramo. In Municipio, tra gli altri, erano presenti anche Walter Cerreti e molti rappresentanti della sezione catanese di Sant'Egidio, che ha sede nella Chiesa di Santa Chiara ed è impegnata con oltre 200 operatori e volontari in attività a favore di migranti, emarginati, senzatetto, anziani e bambini in difficoltà. «Nelle mie precedenti responsabilità, anche al Viminale - ha aggiunto Bianco - ho avuto modo di conoscere Andrea Riccardi, verso cui nutro ammirazione sincera e convinta, e di verificare sul campo la qualità dell'impegno non solo religioso ma anche civile e sociale della sua Comunità». «Ringrazio il sindaco - ha detto Riccardi - che ho conosciuto come ministro dell'Interno in un momento difficile per il nostro Paese, sul piano della criminalità e della legalità ma anche dell'immigrazione, e che trovo abbia su queste tematiche, oggi come allora, una larga visione del futuro. Sono sicuro saprà cogliere la sfida che rappresenta la collocazione di Catania al centro del Mediterraneo. E questo è qualcosa che tocca in profondità la Comunità di Sant'Egidio, che oggi è diventata con orgoglio più catanese di prima».
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