«Un successo per l'Italia e i diritti umani». Così, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha accolto l'approvazione, ieri, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite della risoluzione per una moratoria universale della pena di morte. Il messaggio del voto plenario è stato chiaro. Gli assensi per fermare il boia tra i 193 membri Onu sono saliti a 117 - tre in più dei 114 registrati in commissione a novembre - contro i 38 voti contrari; 34 le astensioni.
«È il più grande balzo in avanti da quando la risoluzione sulla moratoria è stata messa ai voti», ha sottolineato Mario Marazziti, presidente del Comitato permanente per i Diritti umani della Camera. «In un momento di guerre e terrorismo organizzato con punte mai raggiunte, dagli orrori dell'Is al massacro dei bambini in Pakistan, è stato riaffermato il principio che la pena di morte appartiene al passato», ha aggiunto.
Il documento - che chiede vengano sospese le esecuzioni, in vista della loro abolizione, e che venga limitato l'uso della pena capitale - non ha valore vincolante ma un riconosciuto peso morale: dal 2007, le deliberazioni dell'Assemblea sono state adottate già altre quattro volte. Quest'ultima risoluzione ha visto come cofirmatari 94 Paesi membri dell'Onu, e, come ha ricordato l'onorevole Marazziti, deve il proprio successo al lavoro della Ue e in particolare dell'Italia, che ha messo la moratoria in cima alle priorità di politica estera «scegliendo la diplomazia umanitaria come cifra di approccio ai problemi internazionali».
Ancora una volta, però, è mancato l'assenso degli Stati Uniti che all'ultimo istante, con il cartellone già chiuso, hanno mostrato il pollice verso. Washington - assieme a Paesi pesantemente criticati per l'abuso di diritti umani quali Cina e Iran - sostiene che la decisione sul ricorso al boia debba essere lasciata ai singoli Paesi.
Di fatto, però, anche gli Stati Uniti si stanno lentamente allontanando dalla pena capitale. Un rapporto del "Centro d'informazionedella pena di morte" ha rivelato che quest'anno gli Usa hanno portato a termine 35 esecuzioni, il livello più basso degli ultimi 20 anni, e che anche il numero delle pene capitali comminate nel 2014 - 72 fino a lunedì - è risultato il più basso degli ultimi 40 anni. Solo sette dei 32 Stati americani che impiegano ancora il boia hanno contribuito agli omicidi legali, in primo luogo il Texas, il Missouri e la Florida.
LORETTA BRICCHI LEE
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