| 20 Diciembre 2014 |
Nuovi poveri, cresce l'esercito degli italiani |
Il rapporto della Comunità di Sant'Egidio, sempre più romani ospiti nelle mense. Impagliazzo: "Una costituente per la città" |
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Sono italiani i nuovi poveri della capitale. Lo dicono i dati sugli ospiti della mensa di Sant'Egidio in via Dandolo, a Trastevere, nel 2014: 2.112 romani. Vengono prima dei 1.900 romeni, prima dei 604 ucraini, dei 548 bulgari e dei 537 afghani. Una povertà strisciante che aumenta dell'1,9% rispetto al 2013. Solo i senza fissa dimora sono 7.800.
È per tutte queste persone che Sant'Egidio, per il 25esimo anno consecutivo, pubblica la guida "Roma, dove mangiare, dormire, lavarsi". «Una specie di guida Michelin per i poveri», dice il presidente della comunità, Marco Impagliazzo, che rilancia la proposta del fondatore, Andrea Riccardi, di una costituente per Roma. «Forze politiche, sociali ed economiche per parlare e investire sulle periferie, dove vive l'80% della popolazione, periferie da troppo tempo dimenticate, luogo di tante povertà, non solo economiche».
Non può non tenere conto del terremoto di Mafia capitale Impagliazzo, del marcio nella gestione del sociale che sta emergendo dall'inchiesta. «Dobbiamo chiedere scusa ai poveri e ai rom - dice - la città e le istituzioni devono farlo per tutto ciò che è stato speculato e sperperato alle loro spalle e a loro danno. Tutto questo è frutto di una cultura che criminalizza i poveri, li associa al degrado. Invece dobbiamo rifondare una nuova cultura della solidarietà».
Vuole marcare bene la differenza Impagliazzo: «Noi con le coop non c'entriamo niente. Il nostro impegno è fondato sulla gratuità». Poi l'affondo: «Sul lavoro nel campo del sociale bisogna cominciare a riflettere. Ci sono ancora le motivazioni?». Ma di fronte all'ostilità e all'indifferenza della città, c'è anche la generosità di molti: 5000 persone della comunità, per esempio, sono impegnate con i senza fissa dimora. «Anche se le nuove disposizioni delle Fs - racconta Impagliazzo - ci impediscono di portare cibi e coperte ai senza fissa dimora perfino sui piazzali esterni delle stazioni. La motivazione è che le nostre attività creano confusione e degrado. La polizia ci invita ad andarcene. Tre settimane fa abbiamo avuto una riunione in prefettura, ma senza alcun esito». «Non esiste alcuna disposizione che vieti la distribuzione dei pasti in prossimità delle aree ferroviarie - è la replica di Fs - Ferrovie dello Stato ha chiesto alle organizzazioni di volontari di avviare un maggior coordinamento nella distribuzione, visto che a volte le iniziative si accavallano con spreco di impegno e risorse, creando nelle stazioni problemi di assembramento di persone disagiate provenienti anche da altre aree urbane».
Infine, la difesa dell'ormai ex assessore ai Servizi sociali Rita Cutini. «Sono rimasto anch'io stupito dell'avvicendamento - dice Impagliazzo - perché Cutini è una persona uscita più che pulita da tutta questa inchiesta. Penso che abbia lavorato su alcuni temi in maniera molto efficace, fra tutti quello dei rifugiati».
Cecilia Gentile
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