Che ci faceva lei, Valeria Martano, 59 anni, di professione maestra elementare, dietro il tavolo dei relatori chiamati a presentare la nuova Enciclica del Papa? Semplice: era lì come "esperta". Esperta non in senso teorico, ma in senso molto concreto. Perché ciò che nella Laudato si` viene documentato, lei lo vede, tocca e vive ogni giorno. Il suo teatro d'azione si chiama Laurentino 38, un quartiere della periferia sud di Roma, balordo prodotto urbanistico degli anni '60, emblema del degrado di una periferia abbandonata a se stessa, dove poco alla volta vengono meno tanti presupposti elementari che rendono la vita dignitosamente vivibile. Oggi Valeria, affiancando all'impegno professionale quello come volontaria, segue un progetto della Comunità di Sant'Egidio per la cura delle ansie giovanili, sempre nelle periferie di Roma.
- Di cosa si tratta?
Sono attività gratuite, gestite da volontari, che vanno dal recupero scolastico dei ragazzi dropout all'insegnamento dell'italiano ai bambini e agli adulti nuovi europei, per favorire l'integrazione. Sviluppiamo le Scuole della Pace, dei centri educativi che insegnano ai più giovani a vivere una cultura della convivenza, sempre cercando di coinvolgere le famiglie e favorendo un incontro tra le generazioni. Lo facciamo affiancando l'istituzione scolastica, a volte sono le scuole stesse che ci danno gli spazi per le attività.
- Ci parli un po' di Laurentino 38...
Non ha segni particolari che lo differenzino da tanti altri insediamenti della periferia di Roma. In questi anni ho assistito a un progressivo abbandono urbanistico: si vive in case costruite male, con materiali spesso al risparmio, che con il passare del tempo diventano inevitabilmente fatiscenti. Si vive ín un anonimato totale, ci si muove in macchina, perché a piedi non ci si fida. L'esito peggiore di questo modello, è la parcellizzazione sociale, la dissoluzione delle reti sociali.
- Il Papa nell'Enciclica parla della bruttezza di tante periferie, quasi si trattasse di una violazione di un diritto delle persone. Condivide?
Sono totalmente d`accordo. La bruttezza è una forma di violenza contro la vita. Mi ricordo che quando insegnavo avevo il problema di spiegare il ritmo delle stagioni ai bambini. Non avevano più nessuna percezione dei ritmi della natura, perché erano nati dentro contesti di cemento. Per questo l'Enciclica affrontando il tema del rapporto e della cura del creato mette al centro una questione decisiva per la vita quotidiana di tutti.
- Leggendo l'Enciclica sembra che il Papa avesse presente le periferie di cui oggi è vescovo...
A un recente convegno della diocesi Francesco ha ricordato che a Roma ci sono ben 600mila nonni. Ma per gli anziani la città è diventata invivibile: sono difficili le cose più elementari, come il muoversi, a volte è persino difficile scendere dai marciapiedi assediati dalle auto. Non parliamo poi dei disabili. Per loro Roma è diventata ormai una città impraticabile.
- Francesco dice che bisogna imparare dai poveri che spesso in condizioni di marginalità hanno saputo mettere in atto dei modelli di "ecologia umana". Succede anche al Laurentino 38?
Al Laurentino, con la Comunità di Sant'Egidio, in modo del tutto informale, lo scorso anno abbiamo distribuito 19mila pasti a chi ne aveva bisogno, anziani, persone senza dimora e migranti. Non c'è stato bisogno di dotarsi di una struttura, ma è stata la mobilitazione dei singoli che ha permesso questo, dal fornaio che regala del pane, alle donne che si rendono disponibili a cucinare, ai ragazzi che portano il cibo, in un dinamismo intergenerazionale. Forse è proprio così che si costruisce la "salvezza comunitaria" che il Papa ci invita a realizzare nell'Enciclica. Non è vero che la vita delle periferie è segnata solo da pulsioni negative, a cominciare dalla paura. Ci sono tante energie positive, c'è tanta generosità. Tutto quello che è stato fatto, non ha avuto bisogno di un solo euro di finanziamento. Quindi il Papa ha visto giusto. Bisogna imparare a credergli: tante piccolezze possono diventare una forza. Il problema è che non gli credono le istituzioni. Prenda il caso del campo nomadi di Ponte Mammolo, sgomberato dopo che papa Francesco si era fermato a visitarlo con un fuori programma durante una visita a una parrocchia romana...
- Su Youtube il video di Tv2000 ha avuto oltre 4 milioni di visualizzazioni...
Esatto. Eppure nonostante questo le autorità - non mi chieda quale, perché tutte giocano a rimpiattino - hanno deciso per lo sgombero. È stata una scena impressionante, perché lì cí abitavano alcuni transitanti, ma c'erano famiglie che vi vivevano anche da 15 anni. Invece sono arrivati con le ruspe, e con un atto di violenza che ritengo disumana, è stato distrutto tutto, comprese quelle cose che servono alla vita di una famiglia, come può essere una lavatrice. Tutta quella gente si è trovata senza più la casa... A volte sembra che i poveri siano la causa del degrado, quando invece sono le vittime del degrado. Loro lo subiscono.
- Lei si sarà posta la sfida: in che modo si può fare dell'Enciclica strumento di trasformazione?
Certo, sarebbe come tradirla se ne facessimo solo un testo di discussione. Ho dentro una gran voglia di farla conoscere alla gente. Perché questa Enciclica è un incoraggiamento a credere che i cambiamenti di fondo sono possibili, anche nelle pieghe di esperienze normali.
Giuseppe Frangi
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