Erano anni che il centro civico di Annone non si riempiva così. Per conoscere e dare il benvenuto ai 14 ragazzi bengalesi richiedenti asilo si è mossa in modo incredibilmente numeroso la comunità dell'accoglienza e della solidarietà di Annone.
È stato così un grande caloroso abbraccio, condito da numerosi applausi, la serata "Conosci il Bangladesh?" organizzata dal Comitato coordinamento volontari "I ragazzi della palestra" di Portogruaro e le associazioni Avis e Caritas di Annone Veneto. L'idea era di far conoscere, per evitare pregiudizi, la realtà del Bangladesh («Una realtà poverissima - ha detto il coordinatore Roberto Soncin - se si pensa che il Paese con 160 milioni di abitanti ha un Pil di 165 miliardi di euro mentre il Veneto ne ha 145 con soli 5 milioni di abitanti) e i 14 ragazzi che da 3 settimane abitano in una casa di via Svevo a Spadacenta.
Dopo aver presentato, con l'uso di diapositive la realtà storica, sociale e politica del Bangladesh, è stato trasmesso un filmato in cui Mario Nanni, un emigrato abruzzese sessantenne, ha raccontato di come siano sfruttati i bengalesi in Libia, paese da cui i 14 ragazzi sono figgiti a causa dello scoppio della guerra civile. Ci sono state le testimonianze di due di loro: prima Isafril, 17 anni, attraverso un testo letto dalla sua insegnante d'italiano, ha raccontato la sua storia di emigrato in Libia a 15 anni, praticamente ridotto in schiavitù e fuggito in barcone; poi è stata la volta di Adnar, 20 anni, che è riuscito a raccontare in italiano, senza l'aiuto dell'interprete, la sua storia di sfruttato e profugo via mare dalla Libia, salvato dalla Marina italiana. Poi l'intervento del sindaco Ada Toffolon che ha raccontato di come «Annone Veneto non sia stata indifferente» e Mirko Sossai della Comunità di Sant'Egidio che ha sottolineato quanto sia importante per il futuro dell'Europa «gettare ponti e non alzare muri».
Maurizio Marcon
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