«No alla cultura dello scarto. I servizi vanno ripensati»

Analisi. Bruno Scaltriti, responsabile della comunità di Sant'Egidio

«Servono servizi per anziani che garantiscano la dignità». Bruno Scaltriti, responsabile della Comunità di Sant'Egidio, è chiaro: «Gli anziani sono una risorsa, ma troppo spesso vengono considerati soltanto un peso, uno scarto».
I volontari della Comunità - che ha sede nella chiesa dí Santa Caterina - si occupano degli anziani da circa vent'anni e operano soprattutto nella struttura di Villa Parma e nella residenza XXV Aprile. «Ci siamo interessati degli anziani a partire da metà anni Novanta - racconta Scaltriti - I nostri servizi sono rivolti soprattutto agli anziani ospitati in strutture, che visitiamo settimanalmente, organizzando un momento di preghiera e di festa». Non mancano anche i pranzi e le gite. «Nel corso dell'anno organizziamo anche dei pranzi - prosegue Scaltriti - a partire da quello che si svolge il giorno di Natale, e una settimana di vacanze sull'Appennino parmense».
La sfida è quella di favorire la conoscenza tra giovani e anziani. «Attraverso i giovani che partecipano alla nostra Scuola della pace - rimarca il responsabile - cerchiamo di attivare dei percorsi di conoscenza e di servizio dei ragazzi nei confronti degli anziani». La nostra società infatti è sempre più anziana. «Il numero delle persone anziane aumenta costantemente - sottolinea Scaltriti - ma mai come oggi si cerca di allontanare questa fase della vita, negandola anche con interventi estetici».
La speranza di chi è anziano è da sempre quella di poter rimanere a casa propria il più possibile. «Nel corso degli anni la nostra società è cambiata radicalmente, ma questa esigenza è rimasta più che mai viva - spiega il responsabile della Comunità di Sant'Egidio -Vent'anni fa le famiglie non erano disgregate come accade oggi, non dovevano fare i conti con la crisi economica e gli stranieri erano un numero estremamente ridotto. Oggi invece, per far restare gli anziani a casa propria, si fa ricorso alle badanti». In ogni caso, qualunque sia la soluzione che si adotta, «bisogna fare in modo che l'anziano non diventi soltanto un corpo da curare - prosegue - ma che venga trattato come una persona che ha una propria mente e che prova dei sentimenti. Gli episodi che sono accaduti recentemente a Parma e provincia lasciano l'amaro in bocca. Sono cose che fanno male al cuore e che, attraverso controlli ferrei, bisogna fare in modo che non si ripetano».
«Non siamo contrari alle strutture che accolgono gli anziani - precisa Scaltriti - purché queste siano in regola con la legge e non creino dei ghetti trasformando gli ospiti ín numeri». In una società come quella attuale gli anziani sono sempre più considerati un peso anziché una risorsa. «Papa Francesco parla della cultura dello scarto - continua Scaltriti - Si tratta di una tentazione che colpisce tutti, famiglie comprese. E' innegabile infatti che gli anziani siano faticosi da gestire e che l'individualismo amplifichi la tendenza ad abbandonare chi fatica ad essere autonomo. La globalizzazione da un lato ci ha fatto progredire, ma dall'altro ha reso i legami più lontani e i rapporti tra le persone più complessi».
Purtroppo anche a Parma esistono storie di abbandono «che vanno però affiancate a tanti esempi positivi di famiglie che ospitano a casa propria gli anziani, seppur con tanto impegno e fatica». I servizi per gli anziani vanno ripensati. «Ci sono alcuni servizi come il centro diurno e l'assistenza domiciliare che si stanno già ripensando - osserva Scaltriti - perché sono nati tanti anni fa e oggi non riescono più a rispondere a tutti i bisogni». Anche le case di riposo si stanno rinnovando. «Ci vuole più complementarietà con la città - conclude Scaltriti - Tutti i parmigiani devono porsi il problema degli anziani: le famiglie, il mondo del volontariato, la politica. Tutti devono capire che in futuro la società sarà sempre più anziana e chi ha lavorato tutta la vita si merita di vivere l'anzianità degnamente, senza diventare uno scarto o un peso».


[ Luca Molinari ]