Studenti e migranti, 150 a tavola insieme

L'iniziativa

A tavola insieme studenti trevigiani e profughi. Tutti invitati di un pranzo speciale che ha fatto dell'accoglienza l'ingrediente principale e per una domenica ha aperto le porte del seminario vescovile a 150 ospiti. Così una settantina di studenti provenienti da diversi istituti superiori in città e altrettanti rifugiati in arrivo dalle strutture di accoglienza di Casier, Roncade e dall'hub dell'ex caserma Serena hanno preso posto a tavola.
Anima della festa, i giovani per la pace della Comunità di Sant'Egidio che per il secondo anno consecutivo hanno deciso di celebrare il 25 aprile, festa della Liberazione, insieme ai giovani rifugiati accolti nella Marca. Quest'anno il numero degli ospiti è addirittura lievitato. Diciassette le nazionalità sedute attorno allo stesso desco. In arrivo da paesi dove la guerra è purtroppo pane quotidiano. Tra le più rappresentate: Guinea Bissau, Mali, Senegal, Costa d'Avorio, Nigeria, Gambia, Afganistan, Pakistan, Camerun e Bangladesh.
Tra i profughi presenti in quindici hanno visto ad oggi riconosciuto il diritto d'asilo o di protezione sussidiaria. Mentre per i giovani trevigiani arrivati numerosi a suon di passaparola ha preso il largo un modo inedito di festeggiare il 25 Aprile: «Oggi è una festa importante per l'Italia» ha detto Roberta dei giovani per la pace, «e noi vogliamo viverla con voi sperando che possiate presto essere riconosciuti come nuovi cittadini italiani. E soprattutto vedere nel vostro paese realizzarsi il sogno della pace».
Ad aprire le danze al dialogo è bastato dare fiato all'Inglese e Francese. Anche se non manca tra i profughi chi mastica bene l'Italiano. Quanto al menu ognuno degli invitati si è rimboccato le maniche. Chi portando qualcosa da casa. Altri per preparare insieme ai volontari riso e pollo per tutti. Nessuno si è poi tirato indietro quando è arrivato il momento di preparare tavola e addobbi: «E' stato emozionante sentir raccontare le loro storie - ha detto Lorenzo, studente del liceo Da Vinci - Vedere i loro occhi illuminarsi parlando delle città Italiane visitate: Bologna, Padova, Verona e Venezia, la loro preferita. Ma subito rattristarsi al pensiero del loro paese d'origine. Un po' per malinconia, un po' per tristezza. Il pensiero di qualche fratello o genitore». 


[ Alessandra Vendrame ]