Speciale accoglienza

In Francia protocollo d'intesa con i protestanti sui rifugiati

In Francia ministero dell'Interno, Federazione protestante, Federazione di mutua assistenza protestante, Secours catholique, Conferenza episcopale e Comunità di Sant'Egidio firmeranno prossimamente un protocollo «basato sulla messa in opera di un processo di accoglienza più specificamente riservato ai rifugiati considerati come persone vulnerabili, secondo i criteri dell'Onu». Ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi a Parigi il presidente della Federazione protestante di Francia, Frainois Clavairoly, intervenendo all'assemblea generale dell'organizzazione. Quello dell'accoglienza dei rifugiati è stato posto da Clavairoly come primo di quattro improrogabili impegni dei protestanti. «Già l'anno scorso ne avevamo ricordato l'importanza e quanto esso richieda uno sforzo a lungo termine. Si tratta - ha detto il presidente - di uno sforzo compiuto principalmente dalla Federazione di mutua assistenza, dalle associazioni locali, dalle Chiese stesse e dalle fondazioni, nonché da singoli individui. Questo sforzo è stato accompagnato e sostenuto felicemente l'estate scorsa da una campagna lanciata dalla Chiesa protestante unita, intitolata Exilés, l'accueil d'aborti che ha mobilitato numerosi partner e il cui messaggio ha raggiunto non soltanto noi membri ma è andato ben al di là». La firma del protocollo rappresenta quindi «il prolungamento di tutti questi impegni».
Ma anche il secondo dei punti fissati da Clavairoly riguarda la solidarietà, per essere più precisi la «Solidarietà protestante», strumento della Fondazione del protestantesimo. Si tratta di una piattaforma che consente di lanciare appelli legati a emergenze o crisi e che è formata dalla Federazione di mutua assistenza protestante, dalla Federazione protestante, dal Servizio protestante di missione e da tre organizzazioni non governative (Medair, Le Sel e Adra). «Questo coinvolgimento porta dei frutti e promette progressi nella raccolta dei fondi. Questa dimensione solidale e internazionale ci ricorda come la Federazione protestante di Francia si inscriva in una rete ben più ampia rispetto a quanto possa apparire e ci renda solidali con numerosi Paesi e Chiese, soprattutto ad Haiti, in Libano, in Siria», ha detto il responsabile.
Non è da escludere che il protocollo francese segua, quantomeno negli obiettivi, quello firmato il 12 gennaio in Italia dalla Conferenza episcopale (che agirà attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes), dalla comunità di Sant'Egidio, dal ministero dell'Interno e dalla direzione delle politiche migratorie della Farnesina. L'intesa prevede l'apertura di nuovi corridoi umanitari che permetteranno l'arrivo in Italia, nei prossimi mesi, di cinquecento profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, fuggiti dai loro paesi per i conflitti in corso. Secondo l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, l'Etiopia oggi è la nazione che accoglie il maggior numero di rifugiati in Africa, più di 670.000 persone: un afflusso di dimensioni tanto ampie è stato determinato da una pluralità di motivi, da ultimo la guerra civile in Sud Sudan scoppiata nel dicembre 2013.
L'esperienza dei corridoi umanitari vede in prima fila la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, firmataria il 15 dicembre 2015 di un accordo con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il ministero dell'Interno, la comunità di 
Sant'Egidio e la Tavola valdese, che prevede l'arrivo, nell'arco di due anni, di mille profughi dal Libano (per lo più siriani fuggiti dalla guerra), dal Marocco (dove approda gran parte di chi proviene dai paesi subsahariani interessati da guerre civili e violenza diffusa) e dall'Etiopia (eritrei, somali e sudanesi).
Nel suo messaggio all'assemblea generale, Clavairoly esorta a guardare con fiducia al domani, nonostante il terrorismo, la violenza, conflitti, tensioni: «Al centro della società, il protestantesimo è attore del vivere insieme secondo i criteri evangelici della giustizia, della pace, del perdono e della speranza, in grado - ha concluso - di dare una forza che sollevi, liberi, riconcili, guarisca, benedica.
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