"Dobbiamo ribadire il modello Milano sull'accoglienza"

L'intervista/Del Zanna di Sant'Egidio
Il passo da compiere ora è passare alla integrazione: tempi certi per il rilascio dei documenti, inserimento

Giorgio Del Zanna è il responsabile milanese della Comunità di Sant'Egidio, impegnata in prima fila sia nell'accoglienza dei migranti a Milano ( al Memoriale della Shoah invia Ferrante Aporti ), sia nei campi profughi libici.
A che serve una manifestazione come quella di sabato?
«Serve a ribadire il modello Milano dell'accoglienza che qualcuno mette in discussione, dicendo che è in crisi, che ora bisogna ridurre i numeri e chiudere le porte. Invece, secondo noi, è stata e rimane una sperimentazione efficace di un'accoglienza che ha funzionato, anche se, certo, va anche rafforzata passando da accoglienza all'integrazione».
E come si fa?
«Milano ha fatto molto con la partecipazione di tanta gente, una spinta civica bella e significativa. La città ha scelto di non avere paura. Ora bisogna garantire i diritti, con tempi certi per il rilascio dei documenti, l'inserimento lavorativo».
Obiettivi importanti, anche se molti muoiono in mare, non riescono nemmeno ad arrivare.
«Noi andremo al 20 maggio anche per questo e per sottolineare la nostra proposta dei "corridoi umanitari" che già da molti mesi abbiamo avviato, andando a prendere i profughi dove si trovano, soprattutto i casi più difficili, e facendo far loro un viaggio sicuro. Non si può accettare che il Mediterraneo diventi una grande tomba. Bisogna trovare strade possibili, sicure, intelligenti per favorire l'arrivo di chi ha bisogno, in modo regolato».
E poi quando sono qua?
«C'è una spinta a ridimensionare l'accoglienza che Milano ha dimostrato, c'è chi ci specula. Ma siamo tutti di fronte a una scelta chiara, su cui si gioca il nostro futuro. Lasciamo le polemiche politiche a chi vuole strumentalizzare»


[ z.d. ]