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19 Marzo 2011

Roma, festa di primavera all'Esquilino, Ospiti d'onore gli anziani del quartiere

L'omaggio della comunità cinese in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'obiettivo è quallo di rafforzare la conoscenza reciproca in una zona della capitale dove prevalgono gli stranieri, e dove è popolosissima la comunità cinese. Regali di fiori e dolcetti

 
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ROMA - Un omaggio della Cina all'Italia e ai suoi 150 anni. Una festa di primavera per far conoscere il "Paese di mezzo" e avvicinare i cinesi che vivono e lavorano a Roma ai romani "doc": è quella organizzata per oggi, il 20 marzo, dalla Comunità di Sant'Egidio 1 in collaborazione con l'associazione culturale Zhong Hua e la scuola di lingua e cultura cinese Hua Wen, nell'ambito delle celebrazioni per l'anno della cultura cinese in Italia. L'obiettivo è quello di rafforzare la conoscenza reciproca e ribadire il valore della convivenza. La scelta della data è particolarmente significativa: il 21 marzo ricorre infatti la Giornata mondiale contro il razzismo. L'appuntamento è alla Casa dell'Architettura (ex Acquario Romano) nel Rione Esquilino, un quartiere-simbolo a Roma per la presenza di numerose comunità straniere, e da molti considerato un vero e proprio laboratorio d'integrazione. Ospiti privilegiati dell'evento, in programma dalle 16.30 alle 18.30, gli anziani che all'Esquilino vivono, molti dei quali sono seguiti dal Programma "Viva gli Anziani!" della Comunità di Sant'Egidio.

Danze, canti, proiezioni di film. Sarà così possibile compiere un viaggio virtuale nella cultura e nelle tradizioni cinesi: dagli artisti dell'Opera di Pechino al ballo mongolo, passando attraverso i tradizionali balli del ventaglio, le arti marziali e il più moderno hip-hop delle giovani generazioni. Agli anziani saranno regalati dei fiori speciali, i Fiori della pace, confezionati dai bambini delle scuole elementari, e il tradizionale "dolcetto della fortuna" offerto dai commercianti cinesi della zona.
 
Le scuole per stranieri. All'Esquilino, la Comunità di Sant'Egidio gestisce una delle tre scuole per stranieri (le altre sono a Ostia e Centocelle, che si affiancano a quella "storica" sorta nel 1982 a via Dandolo, in Trastevere, dove quest'anno si sono iscritti più di duemila studenti). Da sempre la scuola è completamente gratuita: i docenti operano a titolo volontario e agli studenti non è richiesto alcun contributo economico. "Per i tanti studenti che in questi anni si sono rivolti a noi la scuola ha significato non solo un luogo di studio, ma un approdo, un ambito di accoglienza, di amicizia, di valorizzazione della cultura che ogni studente porta con sé - sottolineano alla Comunità. - Dagli studenti della Scuola di italiano è nato il movimento Genti di pace 2, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, che vede riuniti italiani e stranieri nel comune sforzo di coltivare la pace e di sognare e lavorare per un mondo più umano e più giusto". 

L'ostacolo della lingua. All'Esquilino i corsi hanno avuto inizio nell'anno scolastico  2005-2006. Oggi, sono cinesi il 45% degli iscritti. Secondo dati del Comune di Roma, i residenti stranieri nel rione sono pari al 23,2% della popolazione residente (i bambini sono il 21,4% dei minori residenti nel rione). Nell'intero comune di Roma, la percentuale di stranieri tra tutti i residenti è pari all'11,2%. "Molti dicono che la comunità cinese è chiusa e che i cinesi non vogliono fare amicizia con le altre comunità e con gli italiani  -  racconta una ragazza cinese. - Perché però i cinesi appaiono così chiusi? I motivi sono vari e complessi; la difficoltà più grande è la lingua. Il problema non è che i cinesi non vogliono comunicare con gli altri, è che non sanno come farlo. Imparare l'italiano non è facile, le differenze tra le due lingue sono enormi, tanto che molti si spaventano e pur essendo qui anche da 8-9 anni non riescono a parlare italiano. La scuola della Comunità di Sant'Egidio è una grande opportunità per noi". 

Il bisogno di conoscenza reciproca. "La comunità cinese è parte integrante dell'Esquilino ormai da molti anni  -  sottolinea la direttrice della scuola di lingua e cultura cinese Zhong Hua, il doposcuola aperto anche di sabato e frequentato da 200 ragazzi, tra i quali anche degli italiani.  -  Grazie a iniziative come questa è stato possibile assicurare rapporti di conoscenza reciproca e di collaborazione che vanno a vantaggio di tutti".

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