change language
vous êtes dans: home - revue de presse newslettercontactslink

Soutenez la Communauté

  
5 Mars 2014

Quell'esercito di disperati che sopravvive come può

 
version imprimable

Li hanno ricordati uno per uno, un mese fa, nella basilica di Santa Maria in Trastevere durante la messa in memoria di Modesta  Valenti, la clochard morta nel 1983 alla stazione Termini. In dodici mesi - dal febbraio del 2013 allo stesso mese del 2014 - a Roma trentadue senzatetto non ce l'hanno fatta a sopravvivere alla strada. Esattamente come sono lo scorso anno. «Molti non resistono al freddo - spiegano alla Comunità di Sant'Egidio - ma in questi numeri si deve tener conto anche di chi è morto di vecchiaia e di malattia ». Alcuni mesi sono davvero duri - gennaio, febbraio e settembre - un morto ogni due giorni. In tanti non superano la convalescenza, escono dall'ospedale e ancora senza forze affrontano le notti fredde e non le sopportano. Il più delle volte bevono alcol per il gelo, poi si addormentano senza coperte e all'alba non respirano più. Il barbone trovato vicino all'aeroporto di Fiumicino aveva ingerito un liquido usato per le macchine, praticamente veleno.

Solo a Roma i senzatetto sono circa 8.000, ogni anno di più. C'è una parte di loro (tra i 500 e gli 800) che rifiutano ogni assistenza, li chiamano gli irriducibili: in uno dei centri di accoglienza non vogliono andare. I posti letto messi a disposizione nelle strutture da dicembre a marzo sono circa 2.800, cinquecento in più rispetto al resto dell'anno. Sempre troppo pochi, dicono i volontari che si occupano dei clochard. E così per oltre 4mila non restano che i cartoni, le baracche, le tende, le roulotte, i sottopassi. Ovunque, ogni angolo può diventare un riparo. I pronto soccorso degli ospedali assediati dai clochard, soprattutto Forlanini e San Camillo, così pure tutte le stazioni, Termini e Ostiense le più affollate. Al centro di Roma si avvolgono nelle coperte a largo Argentina, a Trastevere, sotto il colonnato di via della Conciliazione, sul lungotevere all'altezza di ponte Garibaldi. E poi più giù,  baracche lungo il fiume verso l'Olimpico e a Testaccio, o sotto il ponte delle Valli o sull'Olimpica, roulotte a ponte Mammolo, cartoni nei parchi, sotto i viadotti della tangenziale. Roma è un dormitorio sotto il cielo, per troppi la notte è una sfida. In trentuno anni, dalla morte  di Modesta che nessuno ha soccorso, la strada ha fatto quasi mille vittime. Morti di freddo, ma anche di incidenti malattie e violenze. 

M.Lo.