| 26 Septembre 2014 |
Fame e guerre, alla Stranieri le nuove schiavitù |
Le prospettive di sviluppo del Continente nero in un convegno promosso dall'Associazione Umbria-Africa |
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"Sovranità e sicurezza alimentare in Africa", questo il focus del convegno di ieri all'Università per Stranieri nel quale si è parlato delle prospettive di sviluppo e del futuro dell'Africa. La questione della sovranità alimentare è oggi al centro del dibattito sulle strategie da perseguire per assicurare l'accesso al cibo su scala globale.
L'Unione Africana ha dichiarato l'anno 2014 anno della sicurezza alimentare e l'appuntamento dell'Esposizione Universale Milano 2015 è dedicato al tema "nutrire il pianeta, energia per la vita". Tante le iniziative in corso, la Giornata della memoria e contro le schiavitù 2014 è stata un momento ideale di sintesi e analisi. "La Giornata della Memoria e contro le Schiavitù vuole pertanto essere un momento estremamente attuale di riflessione propositiva, di consapevolezza, intorno al futuro del continente che, nel 2050, si ipotizza avrà una popolazione di circa un miliardo di individui - ha ricordato Paul Dongmeza, ideatore dell'iniziativa, Presidente dell'Associazione Umbria-Africa e coordinatore della Casa delle Culture Africane presso l'Ateneo - in un'ottica di analisi delle politiche alimentari e produttive in grado di indirizzare il Continente verso un propria autonomia".
L'attenzione è stata rivolta alle nuove e vecchie forme di schiavitù, fra cui quelle legate all'assenza di una concreta affermazione del diritto al cibo, attraverso il contributo e la presenza di personalità. Il Rettore dellUniversità per Stranieri Prof. Giovanni Paciullo ha aperto il convegno, ospitato per l'ottavo anno dall'Ateneo, sottolineando la centralità delle questioni africane affrontate nella Giornata di ieri, che non ha rappresentato solo un momento evocativo dei percorsi della schiavitù, ma una riflessione sulle effettive prospettive di sviluppo del continente.
"Lotta alla fame vuol dire anche, non dimentichiamolo, un investimento nella pace. Infatti, - ha affermato Marco Impagliazzo, docente dell'Università per Stranieri di Perugia e Presidente della Comunità di Sant'Egidio - spesso le carte geografiche della fame e della guerra si sovrappongono in modo impressionante e i conflitti sociali sono più probabili quando i benefici della crescita economica non raggiungono i più poveri".
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