«Il dio-uomo si è impadronito del Creato, di tutto quel bello che Dio ha fatto per noi. Ma chi paga la festa? I piccoli, i poveri, quelli che da persona sono finiti in scarto. E questo non è storia antica: succede oggi. Anche qui!».
Papa Francesco non si stanca di denunciare lo scandalo della povertà, delle guerre, della sopraffazione. Di ricordare che tutti, Vangelo alla mano, hanno diritto a godere dei beni della terra, ad avere una casa, ad avere un lavoro. «Esigere ciò non è affatto strano», ha ribadito parlando all'incontro mondiale dei movimenti popolari, «è la dottrina sociale della Chiesa. Ma se parlo di questo per alcuni il Papa è comunista. Non si comprende che l'amore per i poveri è al centro del Vangelo. Terra, casa e lavoro sono diritti sacri».
Non si stanca, papa Francesco, di parlare di solidarietà, «per alcuni una parolaccia», aveva detto incontrando la Comunità di Sant'Egidio, «una parola che non sempre piace. Ma solidarietà è anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti. È far fronte agli effetti distruttori dell'impero del denaro: i dislocamenti forzati, le emigrazioni dolorose, la tratta dí persone, la droga, la guerra, la violenza e tutte quelle realtà che tutti siamo chiamati a trasformare».
Un impegno, come abbiamo visto nei giorni scorsi in Colombia, fatto proprio da tutta la Chiesa latinoamericana. Una «opzione preferenziale per i poveri» che è impegno, però, di tutta la Chiesa. Perché i poveri, come dimostrano i recenti dati Istat e il Rapporto sulla povertà in Italia della Caritas, sono in doloroso aumento anche da noi.
Il fango di Genova o di Parma ci dice che l'aggressione all'ambiente riguarda anche casa nostra. Che sono pure qui i «bambini affamati, ammalati che sembra che non contino, che siano di un'altra specie, che non siano umani».
Sappiamo che la periferia è anche al centro delle nostre città. E che anche qui c'è una moltitudine sofferente che, come grida il Papa, «è davanti a Dio e chiede: "Per favore, salvezza! Per favore, pace! Per favore, pane! Per favore, lavoro! Per favore, figli e nonni! Per favore, giovani con la dignità di poter lavorare!"».
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