Gli anziani possono morire di solitudine

Lettere

La città è stata investita da un'ondata di calore che ha provocato malori e ricoveri, anche tra i più giovani. A differenza del passato, la città si svuota meno. Questo può essere una risorsa per aiutare chi è davvero in pericolo per il caldo. Sono gli anziani. Nella nostra città un abitante su 4 ha più di 65 anni. Gli over 85 sono più di 9.200, un numero in crescita. La loro fragilità si fa più evidente in corrispondenza delle ondate di calore. Gli anziani padovani sono particolarmente a rischio.
Uno studio del Cnr ha analizzato la pericolosità per gli anziani di 15 città italiane con più di 200.000 abitanti. Padova si colloca al secondo posto, dopo Napoli, per presenza di aree ad elevatissimo rischio per gli anziani. Il rischio più elevato si concentra nel centro città. Alcune misure sono state messe in campo per l'emergenza caldo a livello istituzionale. Accanto a queste, assolutamente necessarie, dobbiamo tuttavia rilevare i dati relativi alla diminuzione della spesa per assistenza domiciliare e soggiorni estivi, recentemente pubblicati. Non aiutano.
Alla vulnerabil ità derivante dal fatto di risiedere in certe unità urbane, si sommano altri fattori di rischio, indagati soprattutto dopo l'eccesso di mortalità registrato nell'estate del 2003, quando morirono in Europa circa 20.000 anziani, per la maggior parte soli. Non solo le condizioni precarie di salute, ma anche l'assenza di relazioni uccide: l'isolamento è stato identificato come fattore di rischio per la mortalità degli anziani più importante della condizione socio-economica. Assistiamo ad un indebolimento delle reti sociali e anche di vicinato. Tutti possiamo e dobbiamo mobilitarci.
Possiamo prendere esempio da programmi come "W gli anziani" della Comunità di Sant'Egidio, attivo in alcune città italiane. Gli anziani a rischio vengono cercati, attraverso un monitoraggio attivo che coinvolge i soggetti istituzionali, così come volontari, negozianti, vicini di casa. Dove implementato, questo programma ha ridotto i ricoveri ospedalieri, in strutture residenziali e la mortalità, dimostrando che la via della domiciliarità e della costruzione di una rete allargata di protezione sociale rappresenta una risposta concreta e percorribile alla fragilità degli anziani.
La proposta per tutti è quella di essere "sensori sociali", dove viviamo. Se vedessimo un anziano bisognoso di aiuto per la strada, ci fermeremmo. Pensiamo anche ai tanti non visibili perché chiusi in casa. Suoniamo ai campanelli dei vicini anziani, non aspettiamo che ci venga chiesto aiuto. Proponiamo un piccolo aiuto, per la spesa, lasciamo il nostro telefono. Per molti sarà come acqua fresca in un deserto di solitudine. Un anziano solo scrisse ad un giornale: "Non chiedo soldi né carezze, che pure mi farebbero bene. Soltanto che qualcuno là fuori si ricordi di me". Una rete di relazioni può salvare molti anziani soli in difficoltà, anche non essere ricordati da nessuno può uccidere.


[ Monica Mazzucato ]