Una folla inferocita di 3 mila persone sabato 9 marzo scorso ha preso d'assalto la Joseph Colony a Lahore, capoluogo della provincia pakistana del Punjab. L'agglomerato di case, tutte cristiane, ne è uscito devastato: 178 edifici sono andati distrutti dagli incendi o hanno subito gravi danni. I facinorosi si erano mossi nella serata di venerdì per una ritorsione scatenata dalla pretestuosa accusa di bestemmia nei confronti di un cristiano locale, Sawan Masih, poi scagionato. A quanto emerge dalle prime ricostruzioni, si è trattato di un assalto pianificato con cura che risponde forse anche a interessi privati e al desiderio di sloggiare i cristiani dal quartiere per dare mano libera alla speculazione edilizia nell'area.
Del tutto inadeguato è apparso l'operato della polizia. Adducendo motivazioni precauzionali, gli agenti avevano fatto allontanare dalle loro case i cristiani il venerdì sera, dichiarando di avere la situazione sotto controllo. Le fiamme sono state appiccate il giorno dopo, con l'impiego di liquidi infiammabili. Per assistere le centinaia di famiglie cristiane sfollate dalla Joseph Colony, Caritas Pakistan ha dovuto organizzare la fornitura di tende, generi alimentari, vettovaglie e cure sanitarie. Solidarietà e aiuti concreti sono giunti anche dalla Comunità di Sant'Egidio, che in Pakistan conta numerosi membri, e dalla Caritas tedesca. Il 10 marzo a Lahore i cristiani sono scesi in piazza (nella foto) per protestare, ma la polizia è intervenuta duramente per sciogliere i cortei non autorizzati, fermando anche numerosi dimostranti. La sera stessa si è svolto invece tranquillamente un sit-in pacifico, con veglia di preghiera, davanti alla sede dell'Associazione della stampa. Tra i fedeli anche l'arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale, monsignor Joseph Coutts, e monsignor Sebastian Francis Shaw, amministratore apostolico di Lahore.
L'11 marzo la Corte suprema pakistana ha avocato a sé la competenza sul caso e ha ascoltato i responsabili della sicurezza in Punjab. In Parlamento il sottosegretario (cristiano) per l'Armonia nazionale, Akram Masih Gill, ha invocato indagini approfondite. Molto duri i toni adottati dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale, che parla di responsabilità del Governo locale e della polizia del Punjab. Nei giorni successivi all'assalto anche parecchie personalità musulmane hanno espresso la loro condanna e chiesto che le strumentalizzazioni della legge sulla bestemmia vengano punite.