«Questa sera siamo qui in piazza per condividere una cena tutti insieme, anche con gli amici novaresi, con la comunità che ci ha accolto. Questo è l'obiettivo dell'Iftar street. Un momento che vuole essere bello per tutti, soprattutto per noi giovani, per incontrarci, farci conoscere e superare i pregiudizi da parte di tutti, da ambo le parti». Così, venerdì, Mohamed Ahmad, responsabile della sezione novarese dell'associazione Giovani Musulmani d'Italia (GMI), ha spiegato l'obiettivo dell'Iftar street ospitata in piazza Monsignor Brustia, piazza centrale di S. Agabio. Un evento promosso dai ragazzi dei GMI con il Centro culturale Al Amal di via Della Riotta 10, che ospita le attività culturali e giovanili dell'associazione, proponendo anche incontri di confronto su tematiche come integrazione e dialogo. Una serie di attività condotte anche con la comunità novarese, con la parrocchia, con il Comune, così come con la Comunità di S. Egidio.
«Durante il mese di Ramadan - ha proseguito - abbiamo proposto almeno una dozzina di iniziative, di incontri, per riflettere e confrontarci, per far conoscere anche ai nostri vicini le attività che svolgiamo. Un programma che avevamo già preparato da molto tempo e che riprenderà a settembre. Siamo andati anche in ospedale e abbiamo allestito uno stand in centro città, dialogando e parlando con chiunque si sia fermato. Un'attività che vogliamo continuare. Qui per tutti ci sono alcuni piatti della nostra tradizione, come il cous cous. Siete tutti i benvenuti».
A prendere parte all'Iftar (cena che i fedeli musulmani abitualmente consumano per interrompere il digiuno quotidiano durante il Ramadan), tanti ragazzi dell'associazione e anche alcuni santagabiesi, che hanno voluto rapportarsi e confrontarsi con il gruppo dei GMI, almeno un centinaio i commensali. Presenti anche il presidente del Consiglio comunale Massimo Bosio e i consiglieri Cecilia Sacco, Francesco Iodice e Marco Pagani. A mettere a disposizione i tavoli per la cena, la Parrocchia, le panche, invece, arrivavano dal Centro islamico.
All'avvio dell'Iftar street anche don Carlo Bonasio, parroco di S. Agabio e don Giorgio Malvestio, sacerdote anche lui attivo nel quartiere novarese. Entrambi hanno portato un veloce saluto, così come una rappresentante della Comunità di S. Egidio, da sempre realtà attiva a S. Agabio, Sandra Mainelli. Per il Comune è intervenuto lodice, che ha ricordato come da qualche giorno all'esterno della finestra del presidente del Consiglio comunale sventoli la bandiera della pace. «Un gesto simbolico e che per noi vale molto», ha detto. A chiudere gli interventi, che erano stati aperti con la preghiera e la lettura del Corano, Ahmed Ouda, presidente del Centro Al Amal, che ha ringraziato tutti i presenti.
Una serata in cui, come veniva spiegato in una nota, «il giovane musulmano non interromperà il digiuno da solo o con la sua famiglia, ma potrà avere accanto l'intera comunità in cui vive da sempre, spesso da quando è nato, l'intera comunità novarese». Questo l'obiettivo, lo spirito, con cui i ragazzi hanno proposto l'iniziativa. Per confrontarsi vicendevolmente. Oltre a qualche novarese già seduto alla tavola dall'inizio, qualcun altro, sul finire, si è avvicinato e ha bevuto qualche bibita e mangiato qualcosa insieme.
mo.c.
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