Dalle baracche a una casa in parrocchia

Dalle baracche alle mura - belle ma soprattutto accoglienti - di una parrocchia. Succede a Greco, periferia nord di Milano, dove la Comunità pastorale Giovanni Paolo II ha destinato a diverse associazioni i locali di una palazzina dell'oratorio, inutilizzabile da anni e da ristrutturare. La Comunità di Sant'Egidio ospiterà lonut e Isaura con i loro tre bambini di otto, sei e un anno. Per loro è finito il tempo dei topi e delle baracche. «Inizia una nuova vita, possiamo sognare un futuro diverso per i nostri figli, grazie», hanno detto ricevendo le chiavi dell'appartamento, mentre i bambini correvano a vedere i lettini con le lenzuola di Winnie the Pooh.
A Milano sono una cinquantina le famiglie di rom romeni tolte dai campi e inserite in casa da 
Sant'Egidio. Le baraccopoli non si superano con le ruspe, ma con scuola, casa e lavoro. E così i figli della giovane coppia frequenteranno la prima e la terza elementare della scuola di zona, si alleneranno con la squadra di calcio della parrocchia, giocheranno in oratorio e si iscriveranno a catechismo. Spiega il parroco don Giuliano Savina: «Siamo contenti di vivere una stagione in cui il Papa chiede che i beni della Chiesa siano messi a servizio dei poveri e per annunciare il Vangelo in modo profetico. Nel nostro quartiere cerchiamo di vivere una Chiesa che non ha paura di farsi interrogare dalla storia, come ha fatto Gesù ascoltando l'ansia del cieco e del lebbroso». Francesco lo ripete spesso: «La famiglia chiusa, il gruppo chiuso, la parrocchia chiusa, la patria chiusa; questo non è Dio, è il nostro peccato».


[ Stefano Pasta ]