Marianna Caprioletti ha viaggiato attraverso le opere di Giotto, Michelangelo, Raffaello, Matisse, Renoir, Cézanne, Gauguin, Munch, Klimt, Chagall. Ha assorbito le loro immagini, le ha amate, reinterpretate e restituite sulla carta sotto fama di disegni essenziali, creati con pochi tratti di matita ripassati a penna, solo raramente allagati da chiazze di colore. Rivivono i così i protagonisti della Sistina e quelli della Cappella degli Scrovegni, ma i loro volti hanno un'espressione diversa, più attuale, molto simile a quella che l'artista è abituata a vedere nelle persone con le quali è cresciuta, nell'istituto per sordi.
Marianna comunica con il mondo attraverso la pittura e l'intensità dei grandi occhi chiari. Una malattia genetica, chiamata sindrome di Pendred, diagnosticatale quando aveva due anni, le ha del tutto compromesso l'udito e la parola. A dipingere ha cominciato da piccola, ritraendo i compagni dell'istituto dove ha passato gran parte dell'infanzia. Lidia Bertini, l'insegnante che la seguiva, ricorda: «Qualunque immagine sottoponessi ai suoi occhi, lei, dopo qualche istante d'osservazione, prendeva la matita o il pennello e cominciava a tracciare le sue magiche linee in breve tempo e senza mai cancellare. Non sbagliava mai né le proporzioni, né gli scorci, né le espressioni dei volti, né il ritmo del dipinto originale».
Ora, a 36 anni, Marianna presenta la sua prima onografica al Museo di Roma in Trastevere, dove resterà aperta fino l 9 dicembre. Aveva già esposto un anno fa al Quirinale una ventina di tele in cui interpretava con vena ironica episodi e personaggi dei «Promessi Sposi». Altre opere erano state presentate nel 2003 presso il Parlamento europeo di Strasburgo. Nei settantuno fogli visibili nella mostra attuale si legge il dolore e l'orgoglio dell'artista, il suo essere pienamente persona, non più diminuita dalla disabilità, ma arricchita dal dono del talento e dalla volontà di esprimerlo.
La rassegna è la prima di una serie di autori dei laboratori d'arte sperimentale della Comunità di Sant'Egidio. Tra i promotori dell'iniziativa, l'artista visuale italo-brasiliano César Meneghetti, che ha curato anche la mostra di Marianna e sogna per il futuro una galleria d'arte dedicata gli artisti di questi laboratori.