Cambia la giunta ma non cambiano le abitudini. Due sgomberi in poco più di due settimane: anche la nuova amministrazione non si ferma davanti al freddo e al gelo (ma anche alla neve) quando si tratta di allontanare insediamenti abusivi di rom romeni. E per di più, senza servizi sociali e senza offrire valide alternative alle famiglie sgomberate. È quanto successo al cavalcavia Bacula, lunedì scorso, (lo ha segnalato una lettrice di Avvenire - lettera a pag 35) dove cinque famiglie, con bambini piccoli e due dei quali regolarmente iscritti alla seconda classe della primaria sono state allontanate per la seconda volta dopo un primo sgombero (più massiccio, con una trentina di famiglie coinvolte ) poche settimane prima, in via Monte Altissimo. « La cosa che ha stupito - racconta Elisa Giunipero della Comunità di Sant'Egidio - è che, a differenza di altre volte, entrambi gli sgomberi sono stati fatti senza la presenza di assistenti sociali e senza una proposta alternativa per le famiglie».
Al momento dello sgombero, nessuno dei volontari che aiuta e sostiene le famiglie con i bambini piccoli e iscritti alla scuola erano presenti. «Sono persone che conosciamo molto bene - precisa però Giunipero, impegnata da anni in città ad assistere ed accompagnare le famiglie più in disagio e ai margini - abbiamo iscritto i loro bambini a scuola e li seguiamo da quando sono stati allontanati per la prima volta da Rubattino».
Di sgombero in sgombero, le famiglie allontanate si spostano temporaneamente in altre zone, ma se ci sono i bambini che vanno a scuola, tendono poi a ritornare nel quartiere. «Mi hanno detto che non hanno fatto neppure in tempo a salvare la tenda», racconta invece Flaviana, una delle venti "mamme-maestre" di Rubattino, che, dallo sgombero di novembre 2009, hanno dato vita a una rete spontanea di solidarietà per le famiglie e i bambini rom. «Anche vivendo in una tenda, che è pur comunque inimmaginabile per chiunque di noi - prosegue Flaviana - si può raggiungere un equilibrio: i bambini possono fare i compiti in un luogo protetto e le mamme si possono prendere cura anche dei loro vestiti in modo da mandarli a scuola "un po' più in ordine"». Dopo uno sgombero, però, il disagio si fa più profondo. E diventa tutto molto più difficile.